Vino
18 Ottobre 2024
Non si arresta il calo dei consumi di vino negli Stati Uniti. Agosto, come rilevato dall’Osservatorio Uiv su base Sipsource, è stato uno dei peggiori mesi dell'ultimo biennio con un -13% di vendite e -8% a volume. Il parziale tricolore negli 8 mesi, secondo le elaborazioni di Uiv sulla piattaforma dei distributori americani, si ferma a un -5,7% a volume e a -4,4% a valore, contro una media complessiva dei consumi rispettivamente a -8,3% e -7,4%.
Paragonata alle peggiori performance dei competitor, l'Italia riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno solo grazie allo spumante che, pur con un lieve calo agostano (-1,5%, molto meno del 8,8% generale italiano), nei primi 8 mesi si mantiene in terreno positivo (+1.5%). Ben diversa la situazione per i vini fermi, con bianchi (-13% su mese di agosto) e rossi appaiati a -8% e i rosati a -11%.
«Se da un lato i numeri dell’export verso gli Usa indicano un segno positivo ancora piuttosto solido a luglio, dall’altro il persistente calo degli effettivi prodotti immessi al consumo rappresenta un campanello di allarme piuttosto serio - ha commentato Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini -. La speranza è che ora, col taglio dei tassi e le imminenti presidenziali, ci possano essere segnali di inversione di rotta su un mercato fortemente condizionato dal calo del potere di acquisto. Prova ne sia che il mese di agosto ha visto naufragare a -15% i consumi dei nostri vini nell’on-premise».
Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Uiv, la locomotiva spumanti è arrivata ormai a rappresentare il 35% delle vendite di vino italiano negli Stati Uniti a fronte di una quota generale degli sparkling negli Usa ferma al 9%. Una tipologia, quella delle bollicine tricolori, che - complici i wine cocktail - cresce nonostante tutto e in assoluta controtendenza rispetto al totale mercato degli sparkling (-7,4% i volumi) e agli champagne francesi, in profondo rosso a -13%.
La cavalcata degli spumanti e del Prosecco, il prodotto italiano più venduto oltreoceano, quest'anno è trainata in particolare dall’Asolo Prosecco (volumi a +15%) e dal Prosecco Treviso (+6%) mentre perde quasi 6 punti il Prosecco Doc. Per contro, tra le denominazioni ferme maggiormente richieste negli esercizi commerciali statunitensi è difficile trovare segni più: a parte la crescita del Brunello di Montalcino (+5%) e la tenuta del Chianti Classico, i volumi commercializzati virano in negativo per tutte le principali bandiere del made in Italy, dal Chianti Docg (-16%) alla Doc Toscana (-13%), dal Pinot Grigio delle Venezie (-9%) al Barolo (-6%).
TAG: CRISI,ESPORTAZIONI,PAOLO CASTELLETTI,STATI UNITI D'AMERICA,UIVPOTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
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