Economia
19 Gennaio 2024Il PIL appare in riduzione congiunturale a gennaio nonostante la crescita di alcuni settori come quello della ristorazione
I dati dell'ultima Congiuntura Confcommercio confermano che l’inizio del nuovo anno sia pieno d’incertezze. L’attività industriale ha mostrato andamenti deludenti, e la situazione difficilmente cambierà in modo sostanziale nell'immediato futuro.
«La stima della variazione del prodotto lordo nel 2023 è pari a +0,8%, con piena valorizzazione dei segnali favorevoli emersi nella parte finale dell’anno (crescita della fiducia di imprese e famiglie, tenuta dell’occupazione, sviluppo delle vendite al dettaglio in novembre, ottobre record per le presenze turistiche, conclamata sconfitta dell’inflazione), eppure lo stesso quadro congiunturale presenta elementi negativi che ne impediscono una nitida e rilassata lettura» sostiene Mariano Bella, Direttore dell'Uffico Studi Confcommercio.
«La produzione industriale è tornata a flettere a novembre e le stesse presenze turistiche destano perplessità: alla solidità dei flussi degli stranieri si contrappone, in modo piuttosto netto, una riduzione delle presenze degli italiani, sia nel confronto con il 2019 sia, che è ben peggio, rispetto al 2022. Il record 2023 di notti nelle strutture ricettive è tramontato (a meno che i dati di dicembre rivelino un raddoppio delle presenze, cosa molto improbabile, se non impossibile). Infine, in prospettiva futura di breve termine, bisogna evidenziare che la meteorologia ha impedito un buon avvio dei saldi invernali, nonostante il positivo contributo dei turisti stranieri».
Pil in “contrazione” a gennaio
Il PIL appare già in riduzione congiunturale (-0,1%) a gennaio 2024 ma ciò non toglie che i consumi abbiano chiuso bene il 2023: a dicembre si osservano importanti crescite tendenziali per automotive e motocicli, trasporti passeggeri in generale, servizi ricettivi e di ristorazione, servizi ricreativi e culturali, giocattoli, profumeria e cosmesi. Verso la stabilizzazione anche gli alimentari. «L’obiettivo della Nadef di una crescita del PIL all’1,2% appare, tuttavia, piuttosto ottimistico. Una crescita poco sotto l’1% è, comunque, alla portata del sistema Italia. In quest’ipotesi, anche un’eventuale manovra correttiva dei conti pubblici assumerebbe entità non dirompente» aggiunge Bella.
Calo inflazione e crescita dei salari spingono i consumi
Per il 2024, il rientro ordinato dell’inflazione e un possibile miglioramento della dinamica salariale costituirebbero i pilastri di sostegno della propensione al consumo. «La nostra stima di una variazione dei prezzi nel mese in corso dello 0,2% su dicembre porterebbe solo ad un minimo aumento (0,7%) su base annua» osserva Bella che aggiunge: «la doppia sfida della crescita e della finanza pubblica si può affrontare con ragionevole serenità. Sempre che le recenti tensioni geopolitiche non si trasformino in nuove e inattese strozzature nelle catene di fornitura globali, con riflessi negativi sui costi e sui prezzi e conseguenze (im)prevedibili su consumi e investimenti».
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