Attualità
26 Luglio 2022Lo sblocco delle spedizioni è importante per un Paese come l'Italia che vive una crisi anche a causa di caldo e siccità
Come anticipato il mese scorso, è finalmente via libera all’arrivo in Italia di quasi 1,2 miliardi di chilli di mais per l’alimentazione animale, grano tenero per la panificazione e olio di girasole dall’Ucraina grazie all’accordo sulle esportazioni di cereali ed altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca. È quanto stima la Coldiretti nel commentare positivamente gli effetti della firma dell’accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero 2021.
Nonostante il calo dei raccolti, l'Ucraina resta uno dei principali produttori e rappresenta il 10% del commercio mondiale di frumento tenero destinato alla panificazione ma anche il 15% del mais per gli allevamenti.
L’accordo raggiunto per la ripresa del passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero è importante per salvare dalla carestia quei 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione ma anche per i Paesi più sviluppati costretti ad affrontare una crescente inflazione spinta dal carrello della spesa e favorita dalla crisi energetica ma anche dai cambiamenti climatici che con caldo e siccità hanno tagliato i raccolti.
L’emergenza mondiale riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 13% (785 milioni di chili), ma garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano (122 milioni di chili) senza dimenticare gli arrivi di ben 260 milioni di chili di olio di girasole.
Lo sblocco delle spedizioni sul Mar Nero è importante per l’Italia in una situazione in cui – sottolinea la Coldiretti – senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all’alimentazione degli animali di cui l’Italia è peraltro fortemente deficitaria, mentre la produzione di grano tenero risulta in calo del 20%.
Caldo e siccità hanno colpito duramente la pianura padana dove si concentra 1/3 della produzione agricola nazionale e circa la metà degli allevamenti dai quali nascono formaggi e salumi di eccellenza Made in Italy.
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