Attualità
24 Giugno 2022Il commercio elettronico soppianterà del tutto quello tradizionale?
Un fatturato da 5000 miliardi di dollari: questo il dato più recente relativo agli acquisti effettuati in Rete a livello globale. In Italia le vendite online (contestualmente ai servizi correlati, tra logistica, pagamenti e packaging) hanno sviluppato un volume di affari pari a 68 miliardi di euro nel 2020, segnando un +20% rispetto all'anno precedente, e continuano a crescere raggiungendo il +14% già nel primo trimestre del 2022.
Se ne è parlato poche settimane fa nell'approfondimento del Consorzio Netcomm, “NetRetail 2022. Gli acquisti digitali degli italiani: what’s next?”, in cui ci si è interrogati sia sul presente ma anche sulle prospettive future del commercio online.
Nel 2021 in Italia il fatturato ha sfiorato i 40 miliardi di euro (+21% rispetto al 2020) col sopravvento dei prodotti rispetto ai servizi. In particolare vengono acquistati elettrodomestici (+10% rispetto al 2020), abbigliamento (+23%) ed alimentari (+38%). Ad incrementare il volume d'affari degli acquisti digitali sono stati indubbiamente la pandemia e le conseguenti restrizioni che, nell'ultimo biennio, hanno ingigantito il popolo degli acquirenti digitali, pari a 33 milioni di persone, ben 10 milioni in più rispetto al periodo pre pandemico.
«A crescere maggiormente sono stati i digital retailer nati nell’online e che hanno progressivamente aggiornato gli investimenti in tecnologie, sistemi informativi, competenze, artificial intelligence, a dimostrazione del fatto che per affermarsi in questo contesto è basilare conoscere il supporto tecnologico utilizzato» commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm. «Hanno raggiunto buoni risultati anche i retailer tradizionali che hanno abbracciato il concetto dell’omnicanalità per andare incontro alle nuove abitudini dei consumatori che guardano l’online anche solo per raccogliere informazioni prima dell’acquisto nel canale fisico. È interessante notare come l’aumento dell’esperienza digitale sta portando i consumatori a diversificare le esperienze e quindi a cambiare spesso e-shop: una perdita di fidelizzazione che apre lo scenario competitivo tra gli operatori, favorendo l’ingresso di nuovi player multicanali».
Dall'analisi di Netcomm emerge anche che l'87% dei retailer, food e non food, sono ormai attivi anche online: l'ibridazione tra acquisto fisico e digitale, cresciuta del 30% negli ultimi due anni, è ormai avviata, e a testimonianza c'è il 55% delle insegne che consentono la consegna nel punto vendita di un acquisto effettuato sul web e il 20% il ritiro in negozio di una prenotazione online. I settori maggiormente dediti a queste pratiche sono quelli dell'elettronica, dell'editoria, della salute e dell'hobbistica.
La fusione tra mondo fisico e digitale ha decretato anche l'abbandono dei pagamenti in contanti: a marzo 2018 a pagare con banconote in carta era il 55,2% degli acquirenti diventati il 35,4% ad aprile 2022. Una novità è rappresentata anche dalla consegna: alla classica presso la propria abitazione si è affiancato il ritiro in punti convenzionati che attualmente riguarda il 14% degli acquisti. C'è anche una fetta, ancora piuttosto silenziosa ma si prevede in crescita, che punta al cosiddetto live streaming commerce fatto da venditori che, mediante piattaforme streaming - principalmente sui social network -, mostrano e vendono i propri prodotti in dirette, dando facoltà a chi le segue di fare domande così come se stesse fisicamente in negozio. Un'autentica rivoluzione che rimette in discussione il concetto dello shopping tradizionale insomma.
Le abitudini degli italiani dunque stanno velocemente cambiando e pare non sia affatto, così come alcuni asserivano sino a poco tempo fa, un fenomeno dalla durata breve legata essenzialmente alle restrizioni pandemiche ma qualcosa di duraturo e permanente che contraddistinguerà il prossimo futuro.
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