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12 Ottobre 2023Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi
Il 2023 si classifica al terzo posto tra gli anni più caldi mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani superiore di 1,03 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. L'infausto dato emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni relative ai primi sette mesi del 2023 della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1850.
I primi sette mesi salgono sul podio dei più bollenti dietro, nell’ordine, a 2016 e 2020 e sono stati caratterizzati da temperature superiori alla media su gran parte del globo a est, sud e nord dell’America settentrionale, in Sud America, Europa, Africa, nord e sud Oceania ed Asia. Ma da rilevare è anche il moltiplicarsi nei diversi continenti di eventi estremi che hanno provocato alluvioni, nubifragi e uragani come la tempesta tropicale Hilary sulla California.
Il caldo record in Italia nel 2023 - che stiamo continuando a vivere anche nella prima metà di ottobre - è stato accompagnato da una media di quasi 11 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).
«Siamo di fronte a una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo» sottolinea la Coldiretti. «Il 2023 è stato infatti segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature e infine dal caldo torrido di luglio che ha fatto segnare una temperatura superiore di 1,96 gradi la media del mese ed ha inaridito i terreni favorendo l’innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati».
Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna. A causa dei cambiamenti climatici quest’anno si registra un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino fino al 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno e si registra un calo anche per il pomodoro.
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