Economia

15 Marzo 2023

L'Italia in una «recessione mite», il nostro è un Paese solido e vitale

L'Ufficio Studi Confcommercio sostiene che il sistema importazione-produzione-distribuzione ha funzionato bene: i prossimi mesi saranno ancora difficili ma l’Italia è in ottima salute


L'Italia in una «recessione mite», il nostro è un Paese solido e vitale

A poco più di un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, l’economia italiana mostra una notevole capacità di reazione. L’aumento dell’inflazione è stato superiore ai tre punti percentuali (dal +6,8% del marzo 2022 al +10% di febbraio 2023), ma va comunque sottolineato che si tratta di un trend che era già in atto prima del conflitto (tra gennaio e marzo 2022 l’inflazione era infatti già passata dal +5,1% al +6,8%). 

È altresì necessario rimarcare come il sistema importazione-produzione-distribuzione abbia ben funzionato: la dimensione della “core inflation” (quella al netto di energia e alimentari) non ha infatti mai subito accelerazioni fuori norma, anche se per il suo rientro bisognerà aspettare alcuni mesi. È quanto sottolinea l’Ufficio Studi di Confcommercio, che parla di “recessione mite”, con un Pil in discesa dello 0,1% negli ultimi tre mesi dello scorso anno a causa principalmente della frenata dei consumi.

A questa “recessione mite”, l’Italia arriva in ogni caso in ottima salute, così come indica la crescita degli occupati dell’ultimo scorcio del 2022. Un quadro che, per l’Ufficio Studi di Confcommercio, «conferma l’efficacia dei sostegni pubblici a famiglie e imprese con le fasce più deboli quasi del tutto compensate dalla perdita di reddito reale». Anche guardando al sistema produttivo, tutti i settori (prima la manifattura esportatrice e le costruzioni, poi servizi e il turismo), si sono mostrati solidi e vitali.

Non va dimenticato, infine, che le performance del Pil italiano nel biennio 2021-2022 assomigliano a quelle del miracolo economico degli anni ’60 distanziandosi enormemente dal ventennio pre-pandemia di produttività stagnante e crescita esangue. Per costruire un nuovo periodo di sviluppo non esiste un’alternativa credibile: occorre procedere rapidamente con le riforme e gli investimenti del PNRR, conclude l’Ufficio Studi.

TAG: CONFCOMMERCIO,PNRR,RECESSIONE

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