Attualità
30 Gennaio 2023Made in Italy sotto attacco, in agenda sono tanti gli obiettivi da perseguire
Dagli attacchi alla produzione di carne, salumi e vino alla battaglia sull’etichetta nutri-score e gli health warnings che bocciano le eccellenze Made in Italy, dal pericolo dell’arrivo nei piatti di carne, latte o pesce in provetta fino alla difesa delle denominazioni più tipiche con l’attesa sentenza sul Prosek, una palese imitazione del Prosecco che è il vino più venduto a livello mondiale.
Secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sono queste alcune delle sfide che nel 2023 attendono il cibo e i vini Made in Italy nell’Unione Europea dove peraltro si attende finalmente il via libera alla nuova genetica “green” capace di sostenere l’obiettivo della sovranità alimentare, difendere il patrimonio di biodiversità agraria presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista.
Nell’agenda 2023 del presidente Ursula Von der Leyen nell’ambito del Green Deal c’è anche la legislazione per nuove tecnologie di miglioramento genetico che, sottolinea la Coldiretti, permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Innovazioni che non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e dunque non hanno nulla a che vedere con gli Ogm come dimostrano gli accordi siglati dalla Coldiretti con la Siga (Società Italiana di Genetica Agraria) e con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura).
È stata invece rinviata al prossimo autunno la presentazione della proposta di regolamento a conferma le perplessità sull’etichetta a colori manifestate dall’Italia e da altri Paesi. Il Nutri-score è infatti un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che – sottolinea la Coldiretti – finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.
I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo – continua la Coldiretti – si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine. L’equilibrio nutrizionale non va ricercato nel singolo prodotto ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto. In questo modo si finisce paradossalmente per escludere eccellenze, continua Coldiretti, della dieta mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano o al Grana Padano.
Nel 2023 è atteso anche il pronunciamento definitivo nei confronti della richiesta di registrazione tra le menzioni tradizionali del Prosek croato, un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia, contro la quale l’Italia ha fatto ricorso con opposizioni presentate dall’Italia ed anche direttamente da Coldiretti per il rischio di evocazione e confusione nel consumatore. Per l’Italia si tratta di difendere la leadership mondiale nelle produzione a denominazioni di origine con 845 prodotti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore della produzione di 19,1 miliardi di euro e un export da 10,7 miliardi di euro con il contributo di quasi duecentomila operatori.
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