Economia
02 Dicembre 2022Consumi che si riducono e flessione che assume toni significativi. Il punto di Confcommercio
I dati della Congiuntura Confcommercio di novembre certificano che l'economia italiana sta invertendo il ciclo economico dopo sette trimestri semplicemente eccezionali e comunque molto fuori trend rispetto al ristagno strutturale pre-pandemia.
«La fine del 2022 si prospetta non meno complicata dei mesi autunnali. La crisi geo-politica non appare in via di rapida soluzione e allo stesso tempo emergono indizi di minore dinamicità dell’economia mondiale in un contesto in cui l’inflazione risulta ancora elevata, seppure in rallentamento, anzi, in rallentamento perché si vede la recessione» afferma Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio. «L’opportuna politica dei sostegni compensa larga parte delle perdite di potere d’acquisto del reddito, ma nulla può contro la riduzione reale del valore della ricchezza liquida, un importante fattore di alimentazione della spesa delle famiglie. È sempre più probabile una recessione tecnica nei trimestri a cavallo della fine del 2022».
Pil mensile in calo dello 0,7%
Secondo le stime di Confcommercio, a novembre il Pil dovrebbe registrare una riduzione dello 0,7% su base mensile, accentuando la tendenza al ridimensionamento dell’attività economica iniziata a settembre. Nel confronto annuo la variazione, nel mese in corso, si dovrebbe attestare allo 0,4%, in ulteriore rallentamento rispetto ai mesi precedenti.
L'economia rallenta
A settembre la produzione industriale, dopo il rimbalzo di agosto, è tornata in territorio negativo con un calo dell’1,8% sul mese precedente e dello 0,5% su base annua. Tendenza che dovrebbe proseguire anche ad ottobre e novembre. Segnali di stasi sono emersi, sempre a settembre, sul versante del mercato del lavoro.
Il modesto incremento degli occupati (+0,2% congiunturale) ha solo attenuato le tendenze negative degli ultimi mesi: rispetto a giugno si conta, infatti, una riduzione di 96mila unità. Segnali di preoccupazione provengono dagli operatori del commercio, che ad ottobre evidenziano un peggioramento del clima di fiducia.
L'inflazione continua a "pesare"
L’inflazione si conferma uno dei problemi principali: a ottobre la variazione del 3,4% su base mensile (incremento di dimensioni simili a quello osservato complessivamente tra gennaio 2016 e gennaio 2021) ha portato il tasso di variazione su base annua all’11,8%. A novembre l’inflazione dovrebbe registrare un incremento dello 0,4%, lasciando sostanzialmente invariato il tasso di crescita (11,7%). La minor dinamicità dell’inflazione nel mese in corso non sembra, peraltro, preludere all’inizio di una fase di rientro che potrebbe concretizzarsi solo a partire dal secondo quarto del prossimo anno.
Consumi in difficoltà
Ad ottobre i consumi, espressi nella metrica dell’ICC, si sono ridotti nel confronto annuo (-1,4%), effetto di una contrazione per della domanda per i beni (-2,7%) e di una crescita per i servizi (+2,1%). All’interno dell’aggregato dei beni per alcuni segmenti (alimentari, mobili ed elettrodomestici) la flessione su base annua comincia ad assumere toni significativi.
Rimane critica la situazione nel settore dell’automotive nonostante il lieve miglioramento di ottobre. Il rallentamento mensile della domanda si inserisce in un contesto in cui il differenziale con il 2019 è ancora rilevante. Nel complesso del periodo gennaio-ottobre 2022, l’ICC manifesta una riduzione di 4,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019. Divari più rilevanti si registrano per i servizi (-12,0%).
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