export
19 Settembre 2025 L’export del Food&Beverage italiano continua a crescere: dopo il record del 2024 (+9%, oltre 58 miliardi di euro), nel primo semestre 2025 le vendite all’estero dei trasformati alimentari segnano un ulteriore +6%. Tuttavia, dietro questo dato positivo si nasconde una geografia commerciale più fragile, tra dazi e oscillazioni delle materie prime. È quanto emerge dall’Osservatorio Nomisma per Italia del Gusto. A guidare i risultati è anche l’effetto-prezzi: l’anno scorso l’olio d’oliva ha segnato un boom del +43% a valore, a fronte di un più modesto +6% in volume. Una dinamica che nel primo semestre 2025 ha riguardato anche caffè e cioccolato, con forti aumenti delle rispettive commodity (+73% e +27%). Bene in quantità lattiero-caseari, bakery e acque minerali; in calo, invece, vino, aceti e spirits. “Lo scenario globale evidenzia un’alterazione negli scambi di prodotti alimentari, principalmente a causa degli impatti della politica commerciale dell’amministrazione americana, con effetti che vanno oltre il commercio diretto verso gli Stati Uniti, estendendosi ad altri mercati di sbocco del nostro Food&Beverage – ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile Agrifood Nomisma –. Lo sviluppo di nuovi mercati, in una logica di diversificazione, diventa quindi prioritario in questo nuovo contesto geopolitico, da perseguire anche attraverso il supporto istituzionale (ad esempio, mediante nuovi accordi di libero scambio) e sinergie promozionali e commerciali tra imprese.” Mercati chiave USA: import F&B +12% nel semestre; l’Italia è il terzo fornitore con il 6% di quota. Dopo il front-loading pre-dazi (+14% nel Q1), vari segmenti hanno rallentato nel Q2 (vino da +17% a −10%, formaggi da +18% a −41%). Spagna: mercato tra i più dinamici d’Europa, con acquisti di prodotti italiani a +13% nel semestre; forti crescite per formaggi (+65%) e bakery (+55%). Polonia: terzo sbocco UE per l’Italia, +16% nel semestre, con performance particolarmente forti per cioccolato, forno e formaggi. Prezzi e scenari Sul fronte delle materie prime, cacao e caffè restano sui massimi storici, mentre cereali e oli vegetali segnano ribassi. Le simulazioni Nomisma mostrano che dazi al 15% negli USA penalizzerebbero in particolare filiere come vino, pasta e lattiero-caseario. “I dati confermano la resilienza del nostro export, ma anche la necessità di strategie comuni: senza mercati più aperti e senza una forte regia istituzionale e associativa, l’Italia rischia di perdere quote in segmenti chiave – ha sottolineato Alberto Volpe, Direttore Generale di Italia del Gusto –. Italia del Gusto vuole essere acceleratore di queste sinergie, mettendo insieme aziende e territori per rafforzare la competitività del Food&Beverage italiano nel mondo.” “La forza dell’export italiano sta nella capacità di unire qualità e diversificazione. Ma nel nuovo scenario globale, la competitività dipenderà sempre più da strategie comuni e da un presidio costante dei mercati – ha concluso Pantini.”
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