
Rosso, arancione e giallo. Sono i colori che dividono l’Italia a seconda dell’indice di contagiosità pensato per il DPCM che il presidente Conte ha firmato nella notte fra il 3 e il 4 Novembre.

Coprifuoco su tutto il territorio nazionale dalle 22 alle 5 del mattino. Per quel che riguarda la ristorazione le 10 di sera è, dunque, il termine ultimo per usufruire del servizio di asporto serale, mentre largo alle consegne a domicilio senza limiti di orario. Ma cosa cambia per il mondo del fuoricasa italiano a seconda della regione di appartenenza dell’attività?
Solo nelle Regioni in fascia gialla le attività di ristorazione (ma anche bar, pasticcerie, gelaterie) potranno continuare a stare aperte tra le 5 e le 18, festivi compresi. Nelle Regioni a più alto rischio (zone rosse), infatti, nelle prossime settimane si vivrà una sorta di secondo lockdown: solo i negozi che vendono beni essenziali (alimentari, farmacie ed edicole) potranno restare aperti. Chiudono invece negozi al dettaglio, mercati e tutti gli esercizi di ristorazione, che potranno fare asporto (fino alle 22) e consegne a domicilio. Ma anche per le regioni inserite in fascia arancione si preannunciano diverse restrizioni, non ultima la totale sospensione dei servizi di ristorazione, fatta eccezione per mense e catering. Anche in questo caso restano consentiti asporto e delivery.
Mentre la validità del DPCM è estesa fino al 3 dicembre, l’ingresso o l’uscita dalle zone di allerta rossa e arancione saranno valutati costantemente, su base settimanale. Ma una volta entrati in zona rossa ci si resta per almeno 15 giorni. Il ministro Boccia garantisce l’arrivo tempestivo dei ristori per tutte le attività colpite. Ma molte di loro chiedono la revisione dei coefficienti di risarcimento previsti dal Decreto Ristori alla luce delle nuove misure imposte dal nuovo Dpcm. Il testo del Ristori Bis è al vaglio del Governo proprio in queste ore.
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