Saranno le imprese e, in particolare, tutti i punti di ristorazione a fare maggiormente le spese della nuova tassa sui rifiuti, la Tares, entrata in vigore il 1° gennaio ma prorogata ad aprile. Un piccolo slittamento, almeno per consentire un allontanamento dal pagamento del saldo della tassa sugli immobili, l`IMU, perché anche quella sui rifiuti sarà un vero e proprio salasso.
Della Tares si sta parlando molto in questi giorni, perché sostituisce la vecchia Tarsu ed assorbe la Tia, diventando un vero e proprio tormento per famiglie, alle prese con un costo dell`abitazione in crescita esponenziale.
Ma la situazione è pesante anche per le imprese, tanto che Unioncamere ha lanciato un allarme sul costo che la tassa avrà per moltissimi piccoli imprenditori. Secondo le stime, la Tares potrà costare anche il 50% in più della Tarsu, per alcune categorie di imprese.
Il conto sarà più salato per le aziende dei settori dell`ortofrutta, bar, mense e ristoranti (circa 360 mila imprese). Sono queste, infatti, le attività che il Dpr 158 del 1999 - la cosiddetta "Legge Ronchi" - individua come quelle a maggior contenuto "potenzialmente inquinante".
Ad essere penalizzate, con rincari compresi tra il 20% e il 50% rispetto a quanto finora pagato con la Tarsu, saranno anche le scuole e le case di cura che, fino ad oggi avevano beneficato di tariffe molto contenute.
Ad avvantaggiarsi della redistribuzione del carico tributario, invece, saranno le attività considerate a bassa producibilità di rifiuto come i cinema, le autorimesse, gli espositori, le banche, i negozi e le attività industriali e artigianali.
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