Economia
03 Luglio 2024Il miglioramento dell’indice dei consumatori non si è ancora tradotto in un’accelerazione della spesa delle famiglie
Il rallentamento dell’inflazione e l’aumento dell’occupazione trainano il miglioramento dell’indice delle famiglie, ma il recupero del potere d’acquisto dei consumatori non si traduce ancora in consumi, confermando lo stato di incertezza delle imprese: così Confesercenti commenta le rilevazioni Istat sul clima di fiducia nel mese di giugno.
Per le famiglie, comunque, si stanno creando gradualmente le condizioni per maturare aspettative più ottimistiche, sia a livello personale che economico generale, grazie al rallentamento della corsa dei prezzi, all’aumento del numero di lavoratori registrato nell’ultimo anno e al recente rinnovo di alcuni importanti contratti nazionali (tra cui quello del terziario).
Il miglioramento dell’indice dei consumatori però, non si è ancora tradotto in un’accelerazione della spesa delle famiglie. Anzi, l’andamento delle vendite resta lento, ed è tra i fattori che condizionano il clima di fiducia delle attività imprenditoriali: il volume delle vendite del commercio al dettaglio è calato dell’1,2% nei primi quattro mesi dell’anno, e a giugno i giudizi peggiorano per la grande distribuzione e restano in campo negativo – per il quinto mese di fila – per il commercio tradizionale. Il peggioramento dell’opinione sugli ordini si rileva anche per i servizi di mercato, per i servizi alle imprese e per il turismo. In particolare, le imprese di quest’ultimo comparto segnalano una frenata ‘anomala’ delle richieste a giugno, anche se le attese per la stagione estiva rimangono positive.
«I consumatori recuperano fiducia e potere d’acquisto, ma più che indirizzare le risorse ai consumi preferiscono ricostituire, dove possibile, i risparmi erosi in due anni di alta inflazione. Anche l’alto livello dei tassi di interesse non aiuta la ripresa delle famiglie: la BCE deve procedere più speditamente sul taglio, con l’obiettivo di favorire la ripartenza effettiva della domanda interna» dicono da Confesercenti.
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