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11 Agosto 2023L'estero riprende quota ma vince il Bel Paese, con un giro d'affari di di quasi 34 milioni di euro
Sono circa 35 milioni gli italiani che quest'anno trascorreranno le agognate vacanze estive, buona parte in viaggio proprio in questi giorni. Agosto resta infatti il mese più gettonato, si fa sempre più frequente la scelta del fine settimana di relax o della vacanza “mordi e fuggi” mentre, in riferimento all’alloggio, è l’hotel ad ottenere il primato.
Resta tuttavia il problema del carovita: l’aumento dei prezzi ha generato nei vacanzieri di questa stagione la necessità di ridurre la durata del viaggio e le spese in generale, tra alloggio, cibo e divertimenti. Una vacanza da vivere con qualche accortezza in più: è questa insomma la fotografia che emerge dall’indagine di Federalberghi sul movimento turistico degli italiani nell'estate 2023.
«Vorremmo usare toni entusiastici rispetto ai risultati della nostra rilevazione ma siamo ben consapevoli di quanto alcuni aspetti siano da leggere con grande cautela» commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. «Innanzitutto agosto è sempre stato il mese delle grandi partenze, e in questo senso nulla di nuovo sotto il sole.
Ciò che colpisce è il 41% di italiani che non farà vacanza, principalmente per motivi economici. Ma anche tra coloro che partiranno, un buon 45% cercherà di contenere le spese. Questo è il segnale chiaro di un disagio. Chi riuscirà a partire sembra essere rassegnato a dover fare comunque economia: magari accorciando la vacanza o cercando di spendere meno sulle altri voci quali alloggio, cibo e divertimento. Probabilmente anche il maggior anticipo riservato alle prenotazioni va letto in questa luce. Quest’anno infatti ci risulta che il 15% dei viaggiatori abbia prenotato la vacanza con due mesi di anticipo. Dopo i disagi del covid, ci eravamo disabituati a programmare la villeggiatura per tempo. Ora invece c’è un ritorno all’antico, anche nell’ottica di un maggior risparmio.
Sebbene le destinazioni estere vengano prese in considerazione maggiore rispetto agli ultimi due anni, è motivo di orgoglio constatare che l’Italia continui ad essere destinazione preferita dagli italiani stessi - Sicilia, Puglia, Campania e Sardegna risultano essere in sequenza le località prese d’assalto dai nostri concittadini. Ma non vi è regione d’Italia che non riscuota il suo successo in riferimento alle scelte dei viaggiatori. Paradossalmente, nell’era del post covid, quello di scegliere l’Italia è percepito come un valore aggiunto che va mantenuto e coltivato, soprattutto nella prospettiva di guardare al turismo come un unicum e non soltanto come ad un fenomeno legato al tema dell’alta stagione».
In relazione ai rincari abbattuti sul comparto turistico, l'Italia risulta essere uno dei Paesi più colpiti in Europa. Più che significativa l'accelerazione dei prezzi nei servizi ricettivi e della ristorazione (+7,5%), con un differenziale inflazionistico del sistema turistico italiano di +1,9 punti percentuali rispetto alla Francia (+5,6%), di +1,8 punti percentuali rispetto alla Grecia (+5,7%) e di +1,5 punti percentuali rispetto alla Spagna (+6%). A fare eccezione la classe di prodotto comprendente i servizi ricreativi e culturali (musei, parchi divertimento, eventi culturali, etc.) con l'Italia che registra un incremento del 3,6% superiore alla Grecia (+3,3%) ma minore a Francia (+4,8%) e Spagna (+4%).
L'aumento dei prezzi nel turismo coinvolge tutte le regioni ma sono cinque i sistemi "più colpiti" in cui la crescita dei prezzi risulta più alta rispetto al dato nazionale: Lazio (+9,5%) con un impatto sulla spesa turistica pari a 362 milioni di euro, Lombardia (+9,2%) con un impatto pari 389 milioni di euro, Toscana e Molise (9,1%) con impatto rispettivamente pari a 595 milioni di euro e a 5 milioni di euro e, infine, Campania (9%) con un impatto pari a 234 milioni di euro.
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