Attualità
20 Luglio 2022Tutti contrari alla proposta di confezionare l'acqua del rubinetto in un brick griffato con colori e stemma del Comune di Milano
Stavolta il miracolo a Milano non è riuscito: trasformare l’acqua in marketing si è rivelato un autogol per il Sindaco Beppe Sala e l’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi. L’idea era semplice, forse pure troppo: imbottigliare, anzi no, “imbrickare” l’acqua del rubinetto in una confezione rossa e bianca - i colori della città - con tanto di stemma del Comune e “brand” che è tutto un programma (elettorale), L’acqua del Sindaco.
Poi, visto che parliamo della capitale italiana della moda, ecco che la comunicazione di Palazzo Marino ha dato un tocco di classe all’iniziativa, annunciando che l’acqua di Milano era diventata “à porter”. Ma si sa, la classe non è acqua e il progetto - varato lo scorso 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua - ha rischiato di colare a picco, affondato dalle critiche che hanno inondato i social, in particolare con riguardo al contenitore e alla sua (presunta) sostenibilità.
Il brick di cartone poliaccoppiato, presentato come completamente riciclabile e prodotto in modo ecosostenibile, è andato di traverso ai compagni di partito dell’assessora Grandi, a cominciare da Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde in Consiglio Comunale, che sui social ha sentenziato che non è né ecologico, né sostenibile.
Il poliaccoppiato è realizzato con più strati di materiali diversi (solitamente polietilene, carta e alluminio, adesivo impermeabile), quasi tutti meno impattanti della plastica, ma che vanno separati e recuperati. Ed è qui il problema: in Italia sarebbero solo due gli impianti in grado di farlo, con uno sforzo che secondo qualche addetto ai lavori sarebbe quasi il doppio di quello necessario per riciclare il Pet.
All’opposizione invece L’acqua del Sindaco è parsa troppo “salata”, considerato il milione di euro speso per l’impianto di confezionamento. E se vi state chiedendo il perché di tutto ciò, sappiate che l’intento è “sensibilizzare operatori, turisti e privati cittadini al consumo dell’acqua potabile del rubinetto”. In pratica, per promuovere il consumo di acqua del rubinetto, la si confeziona. Un cortocircuito idraulico “à porter”.
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