
Una nuova indagine pubblicata da un pool di scienziati in Lombardia evidenzia lo scarso impatto dei pubblici esercizi nella creazione di focolai: 3/4 avvengono in casa, il resto a scuola/lavoro. Solo lo 0,8% nei locali. Eppure bar e ristoranti - che rispettano protocolli molto rigidi - sono le prime attività ad essere chiuse ad ogni nuovo decreto.
I bar e i ristoranti non sono un focolaio di trasmissione. A ribadirlo sono i risultati di uno studio effettuato in Lombardia che evidenzia il ruolo preponderante dei contagi domestici a fronte di una marginalità di quelli registrati nei pubblici esercizi. Dati che, se ancora ce ne fosse bisogno, sottolineano il rapporto del tutto irrilevante ai fini della tutela della salute delle misure di restrizione a cui è sottoposto tutto l`Horeca. 
Lo studio dal titolo Sars-CoV-2 transmission in the Lombardy Region: the increase of household contagion and its implication for containment measures è stato pubblicato da un pool di studiosi composto da Carlo Signorelli, Anna Odone, Giuseppe Stirparo, Danilo Cereda, Maria Gramegna, Marco Trivelli e Gianni Rezza. Obiettivo: esaminare la trasmissione del contagio da Covid-19 in regione Lombardia in due determinati periodi. Il primo contraddistinto dall’assenza di misure restrittive e il secondo dalla loro presenza.
I risultati dello studio
I focolai individuati nella settimana 19-25 ottobre hanno presumibilmente avuto origine nel periodo che va dal 5 all’11 ottobre, contraddistinto dall`assenza di misure restrittive in atto. Paragonando i due intervalli di tempo e l`andamento dell`epidemia emerge un quadro chiaro: 3/4 dei contagi hanno avuto origine in ambito domestico, uno su dieci nella scuola mentre il terzo luogo per origine dei focolai è rappresentato dai luoghi di lavoro.
Ben lontani, in questa speciale classifica, bar e ristoranti che occupano le ultime posizioni con appena lo 0,8% dei focolai individuati.
Mosse sbagliate?
Date queste evidenze, quindi, risulta difficile sostenere l`argomentazione sanitaria che ha comportato le varie strette su bar e ristoranti. Non solo, ma l`analisi dei focolai individuati nella settimana 2-8 novembre, ovvero conseguenti a contagi sviluppatisi nei quattordici giorni precedenti e dunque a ridosso delle misure restrittive adottate, se da un lato danno evidenza di alcuni effetti di queste misure nel contenimento del contagio nelle attività soggette a restrizione, dall’altro confermano il forte squilibrio del rapporto tra i costi per queste aziende e i benefici per la collettività in termini di contrasto della diffusione dei contagi.
Più nello specifico, per bar e ristoranti si passa dai sette focolai registrati nella settimana 19-25 ottobre, quella in cui non sono state implementate le misure di contenimento, a cinque focolai della settimana 2-8 novembre sottoposta a limitazioni. Dati che, per contrasto, evidenziano ancor di più il ruolo dell’ambito domestico nella diffusione del contagio e i rischi connessi a scuole e luoghi di lavoro.
Fonte Italia a Tavola
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