Fipe ricorda che il mercato del lavoro nel turismo, nonostante la crisi abbia interessato anche questo settore, è l’unico che continua ad assumere.
«Rendere la flessibilità più costosa per le centinaia di migliaia di imprese che lavorano nel turismo – conclude Stoppani – significa vanificare tutti gli sforzi finora sostenuti per tenere in perfetto equilibrio un sistema che si è così consolidato e far pagare a chi ne ha veramente bisogno le colpe di alcuni “furbetti” che hanno abusato della flessibilità solo per aggirare degli ostacoli».
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