05 Marzo 2021

Spirit low e no alcol in grande crescita. Ma in Italia...


Spirit low e no alcol in grande crescita. Ma in Italia...

Prevista una grande crescita per le bevande no/low alcol. Dopo la cavalcata delle birre nello scorso decennio, adesso tocca agli spirit. Un trend mondiale che in Italia fatica ad affermarsi. Floreale e Vibrante, i due "vermouth a zero alcol" lanciati da Martini, non ancora arrivati sul mercato italiano. Prova a indovinare: qual è la categoria di bevande di cui si prevede una crescita superiore al 30% nei prossimi tre anni. Vabbè, se hai letto il titolo con attenzione sei sulla buona strada...
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Secondo l`istituto di ricerca londinese Iwsr (in "21 trend per il 2021" trovi anche le loro previsioni sull`intero settore degli spirit), le bevande no e low alcol - che comprendono birra, vino, ready-to-drink e spirit - cresceranno in volume del 31% entro il 2024, trainate dall`incremento dei consumi di Stati Uniti, Germania e Spagna. La previsione è frutto di uno studio che ha coinvolto i dieci top market in tutto il mondo (l`Italia non c`è, e più avanti scopriremo perché), che raccolgono oltre il 75% dei consumi mondiali. E non si tratta di un rimbalzo dopo un anno terribile: al contrario, il 2020 si è chiuso con una crescita dei volumi dell`1% a livello mondiale.

«Assistiamo, a livello mondiale, a un trend che spinge nella direzione della moderazione nel consumo di alcol - spiega Mark Meek, ceo di Iwsr -, che porta con sé una crescita della domanda verso bevande a basso tenore alcolico o con zero alcol. I produttori hanno un importante ruolo da giocare: sviluppando l`ampiezza dell`offerta potranno sostenere la crescita della categoria e ampliarne l`appeal».


Secondo GlobaData, nei mercati dell`Europa Occidentale il settore dei cosiddetti NoLo spirit tra il 2020 e il 2024 dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 2,6%.

«I consumatori - afferma Holly Inglis, beverage analyst di GlobalData - sono ancor più determinati che nel recente passato a mantenere uno stile di consumo moderato e salutista, con l`obiettivo di un maggior equilibrio, sia fisico che emotivo».


Un segmento dominato dalle birre...

Il segmento delle bevande no/low alcol è dominato da birre e sidro, che insieme - secondo Iwsr - hanno una quota di mercato del 92%. Gli investimenti dei grandi gruppi birrari hanno spinto la categoria, che nello scorso decennio ha registrato tassi di crescita imponenti. In futuro, prevedono gli analisti di Iwsr, saranno soprattutto i piccoli produttori artigianali a dedicarsi con più attenzione a questi prodotti. Sotto la spinta degli investimenti dei grandi produttori, secondo GlobalData, tra il 2015 e il 2020 nei mercato dell`Europa Occidentale le birre e il cidro con un grado alcolico inferiore allo 0,5% sono cresciute rispettivamente dell`8,4% e del 9,3%. A crescere più velocemente delle birre, secondo Iwsr, nel prossimi anni saranno in primo luogo le categorie dei vini no/low alcol e dei ready-to-drink (che, insieme, pesano poco più del 7% del mercato): nel periodo 2020-2024 si prevede una crescita media annua rispettivamente del 7 e dell`8% nei 10 maggiori mercati mondiali.

...ma le prospettive migliori sono per gli spirit

Ma a condurre le danze, nei prossimi anni, saranno soprattutto gli spirit no/low alcol (i cosiddetti NoLo spirit): «Allo stato attuale - spiegano a Iwsr - la loro quota di mercato è minima, pari allo 0,6%. Ma nel biennio 2019-2020 le vendite hanno registrato una crescita del 32,7%. E per il quinquennio 2020-2024 si prevede un tasso di crescita medio annuo del 14%, il più elevato della categoria».


«Gli spirit low alcol sono una categoria con volumi inferiori a quella degli spirit no alcol - afferma Sophia Shaw-Brown, senior insight manager di Iwsr - ma ci aspettiamo per entrambe una crescita importante, grazie anche al lancio di nuove versioni low alcol di brand consolidati o alla maggiore familiarità dei consumatori verso le versioni zero alcol dei prodotti». Ne sono esempi recenti il lancio da parte di Pernod Ricard delle versioni light del gin Beefeater e del whisky Ballantine`s (20% alc.) e del vermouth alcol free Floreale di Martini&Rossi».

Il motivo principale per cui i consumatori si stanno spostando verso le versioni light è per "evitare gli effetti legati al bere alcol", come conseguenza di una più generale tendenza a salute e benessere nei consumi alimentari: «Il 58% di chi sceglie gli spirit no/low alcol - spiegano gli analisti di Iwsr - lo fa preferendoli alle versioni classiche nella stessa occasione di consumo. Solo il 14% dichiara di non bere alcol». E la scelta non è tanto una questione di prezzo, ma di gusto.

Secondo il GlobalData`s consumer survey 2019, il 54% degli europei è attratto dai drink analcolici o a basso tenore alcolico. «I consumatori - spiega ancora Inglis - sono disponibili alla sperimentazione, soprattutto verso i prodotti premium innovativi. Ci aspettiamo che entro il 2024 i consumi di NoLo spirit in Europa toccheranno i 120mila litri».


L`Italia? Avanti piano

Per l`Italia, le prospettive appaiono più dilatate nel tempo: «In Italia - spiega l`analista Chris Young di Iwrs - il segmento delle birre no/low alcol è ancora modesto in termini di volumi, ma è destinato a crescere in misura importante, anche se nei prossimi 2-3 anni non ne vedremo grandi balzi in avanti. La questione è che la birra è già considerata dai consumatori come una categoria low alcol rispetto a vino e spirit. E gli italiani più attenti al tema della salute che bevono birra non sono interessati alla versione analcolica o light. Ci vorrà ancora qualche anno per convincere i potenziali clienti che passare alla versione zero alcol non implica una rinuncia in termini di gusto».

«Nel periodo 2015-2019 - spiega ancora Inglis di GlobalData - il segmento delle birre no e low alcol in Italia è cresciuto a un tasso medio annuo dell`11,7%, passando da 75mila a oltre 116mila ettolitri. Nel 2020 il calo è stato a due cifre, ma ci aspettiamo una ripresa della crescita».

«La crescita dell`attenzione ai temi del benessere e della salute da parte dei consumatori italiani - continua Inglis - produrrà un interesse crescente anche verso i NoLo spirit. Per i produttori, si apre la possibilità di innovare con prodotti premium con un posizionamento  cosiddetto ‘health-halo’ (i prodotti "con aria salutista", ndr) per conquistare nuovi segmenti di clientela».


Fonte Bargiornale

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