30 Marzo 2020

Coronavirus, bibite analcoliche tra le più colpite dal calo dei consumi


Coronavirus, bibite analcoliche tra le più colpite dal calo dei consumi

Assobibe stima un calo di fatturato del 30% nel 2020: le vendite nella GDO non compensano il blocco di quelle in bar e ristorantiUna fetta importante dei consumi di bibite gassate è legato a bar e ristoranti, ora chiusi per Coronavirus. Un crollo verticale del 100% dovuto alle misure di contenimento intraprese contro il Coronavirus: il lockdown dell’Horeca (il cosiddetto “fuori casa”) sta mettendo in sofferenza il comparto delle bevande analcoliche – mercato da 4,9 miliardi di euro e 80mila lavoratori – che non riesce a compensare le perdite attraverso il canale della distribuzione moderna.
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Così mentre tra gli scaffali dei supermercati si scatena la corsa ai cosiddetti “beni rifugio” (conserve di pomodoro +17%; farina +90%, latte Uht +21%, secondo i dati Coop relativi alla terza settimana di marzo), le vendite delle bevande analcoliche (dalla aranciate ai chinotti, dalle cole alla bevande energizzanti) proseguono al ralenti.

«Forti di una tenuta iniziale – commenta David Dabiankov Lorini, direttore generale di Assobibe, associazione aderente a Confindustria – in ipermercati e super cominciamo a registrare un calo del 10%, destinato ragionevolmente ad aumentare». Secondo quanto riportato nelle note dell’Associazione al Dl Cura Italia e depositate al Senato, «il ricorso alla Cassa integrazione è in crescita e le prime stime ipotizzano una perdita di fatturato del 30% nel 2020». Stima che rischia di rivelarsi per difetto, dal momento che è correlata alla eventualità di una risoluzione a breve dell’emergenza.

Il momento è difficile anche per un colosso del settore come Coca-Cola Italia, costretto ad attivare la Cassa Integrazione per 300 persone del team commerciale «di fatto impossibilitate a portare avanti il loro lavoro». L’azienda ammette: «L’Horeca per noi rappresenta fino al 40% del mercato».

Nel caso della multinazionale, pesa anche il rallentamento dei Cash&Carry, a causa delle restrizioni agli esercizi commerciali che solitamente vi si riforniscono. I cinque siti produttivi di Coca Cola Italia rimangono comunque tutti attivi, sebbene all’interno di un quadro molto rigoroso di procedure di sicurezza e piani di produzione rivisti, con conseguente fermo di alcune linee e rallentamento dell’operatività generale.

Sopensione di Sugar e Plastic Tax, blocco dei versamenti fiscali e contributivi di prossima scadenza e ulteriori misure straordinarie per la liquidità sono le richieste di Assobibe al Governo per regalare una boccata di ossigeno al settore.
«Gli emendamenti sono pronti – commenta Dabiankov –. È ora indispensabile una collaborazione e unione di intenti tra le forze politiche in Parlamento ed Esecutivo per approvare urgentemente tutte le misure necessarie per salvaguardare la salute dei cittadini, le attività economiche e i posti di lavoro».

Fonte Il Sole 24 Ore

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