16 Febbraio 2018

L`acqua minerale e l`alto valore sociale per gli italiani


49 milioni gli italiani bevono acqua minerale: 8 milioni in più rispetto a vent’anni fa (+ 19%), ovverosia 9 italiani su 10. La minerale è la bevanda di tutti, al di là delle differenze di sesso, età, economiche e sociali.

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A dare queste cifre è il rapporto Censis commentato durante l’ incontro "Il valore sociale del consumo di acque”. Nel dettaglio si scopre che Il 44% degli italiani beve la minerale perché è buona e piace, il 30% perché fa bene alla salute, il 28% perché è sicura, il 25% perché è comoda, il 10% perché è conveniente.

Quanto si beve?

Anche questo dato è stato misurato: il 79,7% degli italiani beve almeno mezzo litro al giorno. Se è vero che durante la crisi gli italiani tagliavano le spese (i consumi pro-capite sono diminuiti del 5,3% nel periodo 2008-2016), il consumo di minerale viveva un trend opposto, con un aumento di bevitori di acqua minerale che aumentavano dall’87,2% al 90,3% della popolazione. In Europa l’Italia detiene il primato nel consumo individuale di acqua in bottiglia: in media 206 litri pro-capite all’anno, 29 litri in più dei tedeschi (il 16,4% in più), 84 litri in più dei francesi (+68,9%), 85 litri in più degli spagnoli (+70,3%), 173 litri in più rispetto al Regno Unito (+524,4%), 96 litri in più rispetto al valore medio dell’Ue (+87,3%).

Per tutte le età

Nel periodo 1995-2016 il decollo dei consumatori è avvenuto equamente sia tra i maschi (dall’81,3% al 90,5%), sia tra le donne (dall’81,5% al 90%). L’acqua in bottiglia è per tutte le età, ancora di più per i giovani. Non sono mai inferiori all’86% le quote di consumatori nelle diverse fasce d’età, ma le percentuali più alte si registrano tra i 18-34enni (il 92,6%), tra i minori (il 91,1%) e tra i baby boomer (il 90,9%).

Un consumo interclassista.

Tra i dirigenti e gli imprenditori i consumatori di acqua minerale sono il 94,2%, tra gli operai il 91,4%. I «grandi» consumatori sono equivalenti in entrambe le fasce di popolazione. Le differenze dei livelli di reddito associate alle diverse posizioni professionali incidono in misura molto ridotta sulla propensione e sull’intensità del consumo di acqua minerale. Un prodotto che è stato più forte della severa spending review familiare e che “unisce gli italiani anche al di là delle differenze territoriali”. Infatti, al Nord-Ovest i consumatori sono il 94,1% della popolazione, al Centro il 90,7%, al Nord-Est il 90,5% e al Sud l’87%.

Bere acqua minerale è per gli italiani una scelta libera, consapevole, indotta dalla voglia soggettiva di stare meglio e di migliorare la qualità della vita quotidiana. E il richiamo al positivo impatto sulla buona salute è più alto tra i consumatori più forti: la bevono perché fa bene alla salute il 35,7% di coloro che non se la fanno mancare ogni giorno, ma solo l’8,1% di chi la beve meno di una volta alla settimana. Piacere e salutismo coesistono e si rinforzano reciprocamente, certificando l’alta reputazione sociale dell’acqua minerale, che tra gli alimenti figura come un mix virtuoso e apprezzato di origine naturale e processo industriale.

Voglio la «mia» acqua minerale.

In un’epoca di infedeltà diffusa e crescente nel consumo, il 65,8% dei consumatori di acqua minerale ne ha una preferita. Di questi, il 24,7% ha una marca specifica a cui è fedele nel tempo, il 41,1% preferisce una marca anche se capita di cambiarla, mentre il 34,2% non ne ha una preferita e gli basta berne una che sia riconosciuta come minerale. 

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