08 Agosto 2012

Biologico: la norma è perfezionabile


vino_biologico.jpgIl nuovo Regolamento 203/12 sul vino biologico, dalla sua pubblicazione, ha mosso da una parte entusiasmi, dall’altra critiche, sicuramente ha accesso da subito un vivace dibattito nel mondo del vino. È fuor di dubbio che abbia colmato un vuoto legislativo: prima della sua pubblicazione le uve da agricoltura biologica arrivavano in cantina aspettando un destino incerto: potevano essere trasformate seguendo tecniche di ispirazione biologica, oppure potevano essere vinificate come una qualsiasi uva.

Ora, con la nuova norma è possibile parlare non di vino da uva biologica, ma di "vino biologico”, il che è diverso, perché questa dicitura coinvolge anche le tecniche di vinificazione, non solo la fase di coltivazione delle uve. A delucidare molti aspetti tecnici della nuova norma è stato il convegno "Vino biologico: il nuovo regolamento europeo", organizzato dall`Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici.

La legge sul vino biologico, come ha spiegato nel convegno Massimo Lanza (Vin & Organic Product) permette di aggiungere al vino tre caratteristiche, tre valori da comunicare al consumatore: salvaguardia del territorio, tutela delle persone, salubrità (del prodotto e dell`ambiente). Tuttavia, la nuova norma ha i suoi “ma”, come ha mostrato, sempre nel convegno, Cristina Micheloni, dell`AIAB. I ma stnno nella vinificazione e soprattutto nell’uso delle componenti solforose.

Come molti già sanno alcuni Paesi imbottigliatori di grossi volumi di vino, rivendicando climi più freddi, hanno sostenuto la necessità di usare più sostanze rispetto ai valori proposti dai Paesi mediterranei. Fatto sta, alla fine della giostra fra i paesi produttori e imbottigliatori, che la vinificazione biologica, oggi, poco differisce in realtà da quella convenzionale; i coadiuvanti e gli additivi rimossi sono pochi: DMDC, PVPP, mannoproteine, CMC, lisozima non potranno essere utilizzati, ma altre sostanze sì, come la solforosa (ridotta solo di un 30% circa).

La nuova legge vieta dealcolazioni, desolforazioni e elettrodialisi, ma concede il trattamento termico e la microfiltrazione. Pare quindi che dopo anni la legge non sia per molti soddisfacente e necessiti di altre restrizioni per ottenere un vino ottenuto seguendo standard più restrittivi.

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