C’è preoccupazione per l’aumento dell’IVA, e ad esprimerlo chiaramente sono soprattutto le associazioni dei consumatori.
Nel mondo beverage si teme un rincaro dei prezzi nel settore vino, un rincaro che potrebbe deprimere la propensione al consumo, già decrescente di anno in anno in Italia. L’Unione Italiana Vini ha aspramente contestato l’aumento dell’IVA per il vino, considerato dal governo un bene voluttuario e non un prodotto di consumo quotidiano. Ma il vino, nonostante la protesta, è stato lasciato nella categoria dei generi non quotidiani, fuori dal paniere.
Le stime dicono che l’aumento dell’IVA inciderà sui vini il cui costo va dal 7,99€ fino a 9,99€ nei supermercati; ma nell’horeca e nelle enoteche la situazione dovrebbe essere diversa: laddove si fa mescita l’IVA (sul prezzo pagato dal consumatore) rimane al 10%. Tuttavia, bisognerà capire se i gestori di pubblici esercizi acquisiranno a prezzi più alti il vino e se questo costo lo scaricheranno o no sul consumatore.
Confcommercio è rassicurante, Federconsumatori invece teme che gli esercenti faranno aumenti a carico del cliente finale.
Va ricordato, infatti, che oltre alle bottiglie, aumenteranno i costi di trasporto nella filiera che porta il vino dal produttore al ristorante.
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