
Fatturati in calo con punte fino all’80% fra restrizioni, crollo del flusso turistico e della domanda di consumi alimentari fuori casa. Il comparto rischia di perdere 2 miliardi di euro e 20.000 posti di lavoro in soli 4 mesi. Questo è il desolante Incipit con cui si apre un comunicato di F.I.P.E. Confcommercio.
Gli operatori del settore, con in testa le regioni del Nord, registrano perdite rilevanti, più di tutti gli altri settori dell’economia italiana, considerando il “timore” se non la paura alla “socialità” che tutti i media, con una scriteriata bulimia di informazioni, hanno riversato sugli italiani.
Una condizione di estrema difficoltà che coinvolge anche i distributori Ho.re.ca. che di riflesso subiscono le ripercussioni dei mancati consumi: merci bloccate nei depositi, camion che vanno in consegna e poi ritornano carichi, pagamenti che slittano, obiettivi che saltano. Tutta la filiera Ho.re.ca., dai locali fino ai produttori, passando ovviamente per i distributori, è di fatto contagiata da un fenomeno e soprattutto da una campagna mediatica pompata a dismisura e oltre ogni logica.
Alla luce di questo evitabile disastro, i pubblici esercizi chiedono da subito il supporto del Governo per la tutela di un comparto fondamentale per l’economia italiana. Il presidente di FIPE Lino Enrico Stoppani afferma: «Il fatturato dei pubblici esercizi in alcune aree è calato fino a punte dell’80% e, secondo le nostre stime, rischiamo di perdere nei primi 4 mesi dell’anno una cifra pari a 2 miliardi di euro. A questo si aggiungono le difficoltà di quelle attività, come i locali di intrattenimento che, a causa delle ordinanze, non possono operare. Se la situazione non cambia in fretta si parla di oltre 20.000 posti di lavoro a rischio. In gioco, poi, c’è l’attrattività turistica italiana e per questo chiediamo ai Ministeri competenti - conclude Stoppani - l’adozione di strumenti che possano aiutare il settore a ripartire più in fretta possibile: sospensione delle tasse, come già successo in occasione di calamità naturali, l’istituzione di un fondo di contributi per i titolari dei pubblici esercizi obbligati a sospendere le attività e l’estensione del Fondo di Integrazioni Salariali per tutte le aziende del settore in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna».
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