Il comparto Food & Beverage sta attraversando difficoltà sul versante dei pagamenti commerciali in questo 2016 che volge al termine con un terzo trimestre ancora problematico.
Un problema di filiera che coinvolge quasi tutti gli attori del comparto. A diffondere i dati è lo Studio Pagamenti, aggiornato a fine settembre 2016, realizzato da Cribis D&B, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle oltre 600.000 imprese del comparto Food & Beverage.
Stando alle cifre, eccezion fatta per le aziende che operano nel commercio all`ingrosso food (25,2%)anche a fine settembre meno di un`impresa su cinque ha pagato i fornitori alla scadenza.
In particolare, il 16,7% degli operatori del commercio all`ingrosso beverage ha saldato i debiti nei tempi giusti, il 15,8% nella grande distribuzione, 18,3% nel commercio al dettaglio food & beverage e il 17,3% nel settore horeca (hotellerie – restaurant – café). Numeri lontani dalla media nazionale, pari al 35,9%, con scarti che variano dal 10% al 20%.
In generale il quadro fa emergere il forte impatto che la crisi ha avuto sulle aziende del settore.
Se la situazione del comparto anno su anno sembra stabile per alcuni settori, o addirittura in miglioramento per altri, dal confronto con i livelli dei pagamenti commerciali nel 2010 emerge comunque il forte impatto che la crisi ha avuto sulle aziende del settore.
Rispetto a sei anni fa, le imprese in grado di pagare puntualmente i fornitori sono scese del 32,2% nel settore horeca, del 25,8% nella grande distribuzione, del 13,7% nel commercio al dettaglio e dell’8,7% nel commercio all’ingrosso food. Soltanto il commercio all’ingrosso beverage segna un incoraggiante +2,5%. Quest’ultimo settore è anche l’unico ad aver registrato un calo, seppur lieve, dei ritardi gravi (-1,1%), mentre tutti gli altri operatori hanno segnato un’impennata dei pagamenti effettuati con oltre 30 giorni di ritardo: dal 9,2% della GD/DO, passando per il 33,9% del commercio all’ingrosso food e il 62% del commercio al dettaglio food & beverage, fino all’incremento record dell’horeca (+179%).
“Il Food & Beverage è un settore strategico per l’economia italiana. Rappresenta infatti il mercato di sbocco di molte filiere industriali italiane e ha un impatto importante sul PIL”, commenta Marco Preti, Ad di Cribis D&B Italia. “E’ però un settore anche molto complesso da gestire, caratterizzato da forte volatilità. Una nostra recente analisi sul tasso di mortalità e natalità ha messo in evidenza ad esempio che nel settore Horeca nascono ogni anno quasi 40.000 aziende e ne chiudono circa 30.000, mentre nel commercio al dettaglio food & beverage quelle che chiudono ogni anno, circa 13.000, sono superiori a quelle che nascono, poco più di 11.000. Ma è la volatilità l’elemento da tenere in maggiore considerazione: dopo solo 18 mesi dall’apertura hanno infatti chiuso il 20% di bar e ristoranti e il 22% dei negozi food & beverage. E’ quindi un settore dove la gestione del credito commerciale è un fattore fondamentale per la solidità delle aziende fornitrici. Valutare attentamente la clientela, monitorare i comportamenti di pagamento anche attraverso l’utilizzo di benchmark e gestire i crediti a scadere e scaduti in modo proattivo sono infatti le uniche garanzie per salvaguardare la liquidità aziendale nel tempo”, conclude Preti.
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