"Il conto, grazie". Anche la più semplice delle abitudini da bar, presto, potrebbe essere spedita in soffitta. Tutto grazie a Monsieur che, nomen omen, ha già tutte le credenziali per poter sostituire il più bravo dei baristi.
Il dispositivo, infatti, è un robot in grado di prendere le ordinazioni e preparare cocktail e bevande, mescolando i giusti ingredienti nelle quantità esatte. Delle dimensioni della macchina del caffè di un bar, il dispositivo comunica anche con gli smartphone che, all’occorrenza, possono inviare le loro ordinazioni. Basterà scaricare l’applicazione dedicata da iOs o Android, e al resto ci penserà il barista-robot.
"Come indovinare la giusta quantità di cola o tequila mentre si prepara il cocktail?" si chiedono i quattro sviluppatori sul sito. Installando il dispositivo in tutti i bar, ovviamente. La vera difficoltà, però, potrebbe essere proprio lo sbarco sul mercato. Monsieur ha infatti un costo di installazione di 1000 dollari circa, a cui bisogna aggiungere poco meno di 300 dollari al mese di noleggio. Non certo un prezzo abbordabile, per bar e locali alle prese con un fatturato non importante. Gli sviluppatori, invece, puntano molto sulla precisione e sull’affidabilità del dispositivo, “in grado di vendere alle persone bevande perfette anche durante un importante incontro di lavoro”.
Monsieur è in grado di preparare oltre 300 bevande diverse, avendo in memoria anche cocktail storici e a tema, inclusa la possibilità di sperimentare la fantasia del cliente in presa diretta, a seconda dei suoi gusti e desideri. Nonostante ciò, il robot-barista non è proprio un’invenzione dell’ultim’ora. Esiste addirittura un evento-fiera dedicato, BarBot, mentre giusto lo scorso maggio un laboratorio specifico del famoso Massachusetts Institute of Technology negli Usa, il MIT`s Senseable City Lab, aveva rilasciato Makr Shakr.
Il laboratorio del MIT strinse accordi anche con aziende come Coca-Cola e Bacardi Rum, facendo venire alla luce un dispositivo simile a Monsieur, e in grado di stilare anche una classifica delle bevande personalizzate più richieste, per riproporle ai clienti, allargando la loro scelta. Ma non è tutto. Infatti, c’è anche un pizzico di italianità dietro il primo barista-robot rilasciato dal MIT. Il laboratorio che ha creato Makr Shakr, infatti, è diretto dall’italiano Carlo Ratti, torinese, ma anche buona parte della compagine dietro software e hardware del dispositivo è italiana. E stando almeno ai comunicati del team del laboratorio, i movimenti del dispositivo sarebbero stati modellati sula gestualità del ballerino italiano Roberto Bolle, e del coreografo Marco Pelle. Insomma, dai teatri ai laboratori di ricerca, passando per i bar, ci sono un bel po’ di italiani dietro a baristi insoliti come Makr Shakr e Monsieur. Robot che, presto, potrebbero farci perdere anche l’abitudine di chiedere il conto, o ordinare in un locale.
Fonte L`Huffington Post
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