Crisi = meno soldi, meno consumi. E a risentirne sono soprattutto i 170mila pubblici esercizi disseminati su tutto il territorio nazionale per i quali la crisi è sinonimo di meno tazzine e meno cornetti.
C`è da dire, però, che nonostante questi dati in Italia il 47% degli italiani continua a fare colazione fuori casa, contro il 31% della Spagna e il 17,18% di Gran Bretagna, Germania e Francia. Dunque, al caffè non si rinuncia e il bar si reinventa proponendo anche la sosta gourmet a prezzi low cost. Questo è reinventarsi per contrastare gli effetti della crisi, come spiega Andrea Illy, presidente e AD di Illycaffè, nonché presidente della Fondazione Altagamma, che riunisce 80 imprese del lusso «Prima si poteva rappresentare con un`anfora, una larga base di consumi di massa e un collo per il segmento lusso. Ora, invece, è una clessidra: con una base di consumi low cost, poco interesse per prodotti medi e crescente domanda per il segmento top. E il mondo del bar deve rispondere a questa istanza di lusso puntando sulle contaminazioni, perché in un locale non si entra più semplicemente per ristorarsi ma per concedersi un piacere, fare un`esperienza plurisensoriale».
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