Il 42% degli italiani al ristorante si informa sui piatti al ristorante nei luoghi di vacanza dove però è in agguato il rischio "tarocco" con i menù acchiappaturisti e i falsi souvenir di prodotti tipici che si moltiplicano lungo tutta la penisola, con la crisi.
È quanto afferma la Coldiretti nella prima analisi su "Le vacanze degli italiani a tavola nell`estate 2013", nell`ambito dell`incontro promosso insieme alla Fondazione Univerde sulla base sui dati Ipr marketing. Il rischio riguarda le località più turistiche dove è più facile imbattersi in ristoranti che offrono ricette "violentate" come - sottolinea la Coldiretti - la cotoletta alla milanese preparata con carne di pollo o maiale, fritta nell`olio di semi al posto della carne di vitello fritta nel burro. È bene fuggire rapidamente di fronte ad una locanda romana che offre spaghetti alla carbonara con prosciutto cotto al posto del guanciale e formaggio grattugiato al posto del pecorino romano. Tra i piatti più traditi nella costiera amalfitana ci sono - continua la Coldiretti - la tipica caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte mentre in quella ligure non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l`immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano.
Un inganno che colpisce anche la tradizione siciliana con la pasta alla norma preparata spesso con semplice formaggio grattugiato al posto della ricotta salata. Ma tra i falsi culinari più spacciati lungo tutta la penisola durante l`estate figurano anche - precisa la Coldiretti - il tiramisù con la panna al posto del mascarpone e gli spaghetti alla bolognese, una invenzione per stranieri completamente sconosciuta nella città emiliana. Il pericolo frodi riguarda anche il souvenir enogastronomico del luogo di vacanza che è sempre bene verificare con attenzione.
Il consiglio della Coldiretti è quello di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica oppure di cercare sulle confezioni il caratteristico logo (DOP/IGP) a cerchi concentrici blu e gialli con la scritta per esteso nella parte gialla "Denominazione di Origine Protetta" o "Indicazione Geografica Protetta" mentre nella parte blu compaiono le stelline rappresentative dell`Unione Europea. «Cresce tra i cittadini la voglia di conoscenza e la richiesta di conoscenza alla quale le nostre imprese sono impegnate a dare una risposta spesso senza il supporto delle Istituzioni», afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel ricordare «i troppi ritardi accumulati nell`attuazione delle norme per rendere obbligatorio in etichetta l`origine degli alimenti, ma anche il recente ed ingiustificato dietrofront della Commissione Europea sul divieto all`uso di bottiglie di olio senza etichetta e oliere anonime nei locali pubblici sotto la pressione delle lobby».
Fonte AGI
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