All’orizzonte della grande crisi economica nella quale siamo precipitati, non si intravede alcun bagliore di luce. Attenzione, non vogliamo in questa sede mostrare pessimismo, ma per quanto adesso ci è dato vedere, siamo nel buio più buio.
Le stesse previsioni che provengono dai più qualificati osservatori nazionali e internazionali non nutrono dubbi a proposito: nel 2013 il PIL italiano sarà ancora negativo; altre valutazioni dicono che, per tornare ai livelli ante crisi, se tutto va bene, ci vorranno almeno dieci anni. Quindi, purtroppo, un lungo tunnel è davanti a noi, e per di più oscuro.
Ma come riaccendere quanto meno una luce?
Certo non esistono ricette magiche e, considerando l’enorme debito pubblico del Paese, neanche tante risorse da spendere. Una recrudescente situazione che riguarda anche il settore Ho.Re.Ca..
Tuttavia, qualcosa si può fare, a cominciare dalle Istituzioni le quali potrebbero dedicare una maggiore e più incisiva attenzione al settore del turismo. Non è possibile, non è concepibile che l’Italia, prima al mondo per bellezze artistiche e paesaggistiche, debba registrare, sotto la voce turismo, solo e soltanto un misero 3,3% del PIL. Altri Paesi pur avendo molto di meno, fanno molto di più. Registro con piacere, nel discorso di insediamento del neo Presidente del Consiglio Enrico Letta, un chiaro riferimento al rilancio del turismo. Era ora!
Basterebbe ben poco: riapertura di siti attrattivi, orari più flessibili per i poli museali, maggiore tutela e promozione delle nostre ricchezze paesaggistiche, e via discorrendo.
E poi, attività di promozione verso quei mercati nei quali il brand Italia conserva il suo fascino. L’innesco di questi semplici meccanismi avrebbe prorompenti, virtuose e sicure conseguenze: nuova occupazione, più opportunità per hotel e ristoranti. Insomma la filiera Ho.Re.Ca che torna a risplendere.
È una missione impossibile?
Non lo è per nulla. Specie se ognuno, lungo la filiera, svolgerà al meglio il proprio ruolo: dai pubblici esercizi che vorranno disfarsi di improvvisazione e pressapochismo e valorizzare sempre più l’immenso patrimonio enogastronomico italiano, alle aziende di produzione che punteranno con convinzione sul mercato Ho.Re.Ca., con prodotti dedicati e funzionali alle esigenze dei consumatori più evoluti. In tali auspicabili circostanze, anche il distributore di bevande dovrà, e siamo certi saprà, porre in atto altrettante virtù, offrendo senza mezzi termini i suoi valori aggiunti: assortimenti dedicati, capacità di servizio, consulenze propositive, spirito d’innovazione.
Giuseppe Cuzziol
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