In attesa che la politica dei politicanti dia segno di sé e trovi il coraggio e la decenza di dare un governo al Paese, le notizie che riguardano lo stato di salute dell’economia italiana sono sempre più una babele: confuse e contraddittorie.
TV e giornali, con i loro esperti e i loro guru, ci riversano continuamente addosso una bulimia di dati, andamenti, analisi che puntualmente informano e disinformano, illudono e disilludono. Secondo alcune fonti la crisi risulta ancora lunga da smaltire, mentre altri sono più cauti, taluni ci danno per spacciati, talaltri, invece, sono convinti che alla fine l’Italia ce la farà, come è sempre accaduto nella nostra storia, magari affidandoci alla buona sorte. Anche nell’analizzare più da vicino il mondo dell’Ho.Re.Ca. si colgono le medesime contraddizioni: gli operatori del settore, dai gestori di locali fino ai distributori di bevande, non fanno salti di gioia. Anche se, volendo fare una valutazione oggettiva, va detto che il settore del fuori casa perde meno di altri e, in qualche modo sta tenendo, se pur fra mille problemi tra cui i cali delle vendite e i ritardi nei pagamenti.
Pertanto, di crisi si continua a parlare, le preoccupazioni non mancano e i conti non tornano!
I conti non tornano ai locali che devono confrontarsi con un consumatore costretto a spendere meno e, meglio, i suoi soldi. Gli stessi locali, poi, devono fare i conti con il considerevole numero di nuove aperture che, nonostante la crisi, o forse proprio in funzione della crisi, si è avuto negli ultimi anni. Quindi, facendo l’equazione + locali aperti e - soldi in giro, inevitabilmente tutti incassano meno, i costi fissi restano fissi, se non addirittura crescono (vedi IMU, TARES, ecc.) con tanti saluti agli utili.
I conti non tornano nemmeno ai distributori di bevande, costretti a lavorare con delle marginalità sempre più risicate, in un mercato sempre più caotico, con i canali distributivi che si sovrappongo in una competizione acerrima. Poi, però, forse sotto sotto, i conti non tornano neanche a chi le bevande le produce. Qui, ovviamente, parliamo anche di grandi aziende ai cui basta una mancata crescita o ancora peggio un solo punto percentuale di decrescita per mandare in rosso il conto economico. Secondo questa analisi, i conti non tornano lungo tutta la filiera.
Urge una risoluta presa di posizione da parte degli operatori, una sorta di alleanza fattiva con la consapevolezza che da questa crisi, se si esce, si cresce tutti insieme. Urge che gli organi preposti facciano chiarezza sul futuro prossimo venturo, con dati attendibili e previsioni concrete. Soprattutto, urge che la politica faccia il suo, anteponendo gli interessi di parte pensando solo e soltanto al bene del Paese.
Si chiede troppo?
MM
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