Il concetto del “mordi e fuggi”, che caratterizza la vita quotidiana del terzo millennio, non è più applicabile alla tavola. L’alimentazione è un’energia vitale. Assaporare un piatto deve diventare la metafora dell’assaporare la vita e il rituale che la caratterizza. Una pietanza significa lavoro e creatività. Un lavoro che parte da quello della terra per la raccolta dei suoi frutti per terminare al lavoro dentro un ristorante, passando inevitabilmente per tutte le altre fasi della filiera. E’ quanto emerso nel corso della tavola rotonda di Fipe, coordinata da Enzo Vizzari, direttore de Le Guide dell’Espresso, dal titolo “Ridare valore al cibo per uno sviluppo sostenibile della filiera” organizzata a Milano, nel centro congressi Le Stelline. Il richiamo alla valorizzazione dei prodotti tipici, alle peculiarità territoriali, così come espresso dal Presidente Fipe Lino Stoppani, sono solo dei proclami per tentare di colmare un’assenza ingombrante.
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