Negli ultimi cinque anni a Parigi sta nascendo una rete di ristoranti italiani di qualità. E i francesi - che sono i secondi consumatori al mondo di pizza - stanno scoprendo anche le pizze con farine italiane di qualità fatte lievitare almeno 24 ore per facilitare la digestione e garantire un gusto inimitabile.
A raccontarlo, nell`incontro "Eccellenza.it Reindirizzare il Retail&Food" alla quinta edizione di Big&Small, è il numero 1 degli importatori del Made in Italy in Francia, Bruno Colucci, direttore commerciale della Carniato Europe, società con 53 milioni di fatturato legato all`import di specialità regionali italiane, dalla fregula sarda alla farine da molino biologico, da distribuire, entro 24 ore dall`ordine, a 8mila indirizzi sul canale di alta gamma Horeca.
«Essere ben posizionati commercialmente a Parigi - ha sottolineato - significa raggiungere la platea dei consumatori dell`Ile de France che conta 12 milioni di abitanti, il 20% della popolazione francese che esprime il 40% del potere d`acquisto. L`import del vino italiano, dalla Val d`Aosta alla Sicilia con un vero e proprio boom per il Prosecco - ha precisato Colucci - rappresenta il 40% del nostro business, per un totale di 6 milioni di bottiglie consumate perlopiù nelle pizzerie e ristoranti italiani».
L`azienda, che è stata acquisita nel 1987 dal Gruppo Italiano Vini che ha una quota maggioritaria del 65% insieme a Grandi Salumifici Italiani di Modena (20%), Cantine Riunite e Caviro, vede progredire le vendite di vino ma sempre più quello di specialità agroalimentari tipiche. La burrata pugliese, ad esempio, sta superando la mozzarella di bufala. Costa il 10% in meno della mozzarella e l`emozione di assaporare la stracciatella e la panna interne è una bella novità per la clientela. Cresce anche la domanda di bottarga di muggine e quella di tonno, del pane carasau, dei babà di Sorrento, e della pasta di Gragnano. Mentre l`olio e le olive, prodotti anche nel Sud della Francia, vengono più facilmente acquistate direttamente nei supermarket a prezzi fin troppo bassi, circa 2,5 euro al litro per l`olio.
«Quello che non riesco proprio a vendere - ha ammesso - sono gli amari di erbe, ma del resto a noi non piace il Pastis Ricard, un aperitivo tipico oltralpe. Inoltre, 30 anni di attività in Francia - ha concluso Colucci - ho voluto inventare un mercato, continuando a girare per l`Italia, per poi valorizzare la regionalità dei sapori. Un successo nato nelle pizzerie degni anni Sessanta, e che ora si rinnova nella qualità. Guardo al futuro con ottimismo, come dovrebbero fare gli italiani che dimostrano invece di crederci poco nel proprio patrimonio agroalimentare straordinario. La maggior parte delle "chicche" sono andate a cercarmele io, nessuno me le ha proposte».
Fonte ANSA
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