05 Novembre 2012

Istat: nel 2012 meno consumi e più disoccupazione. Previsioni nere anche per il 2013


Nel 2012 l`Istat prevede una riduzione del Pil italiano del 2,3%, mentre per il 2013, nonostante l`attenuazione degli impulsi sfavorevoli e un moderato recupero dell`attività economica nel secondo semestre, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%).

crisi-economicasos.jpgLo si legge in una nota dell`Istat sulle prospettive dell`economia italiana nel 2012-2013 in cui si sottolinea anche che "il rallentamento del commercio mondiale e il possibile riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari costituiscono i principali fattori di rischio al ribasso per queste previsioni". 

Disoccupazione al 10,6% 
La maggiore partecipazione al mercato del lavoro osservata a partire dalla fine del 2011 é alla base del rilevante incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest`anno (10,6%). Nel 2013 il tasso di disoccupazione continuerebbe a salire (11,4%) a causa del contrarsi dell`occupazione, fenomeno cui si dovrebbe accompagnare un aumento dell`incidenza della disoccupazione di lunga durata.

Pil al -2,3% 
Per il 2012 l`Istat prevede una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari al 2,3%, mentre per il 2013, nonostante l`attenuazione degli impulsi sfavorevoli ed un moderato recupero dell`attività economica nel secondo semestre, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%).

Inflazione +2,7% 
Nel 2012 il tasso di crescita del deflatore della spesa delle famiglie residenti é stimato al 2,7%. Il processo di rientro dall`inflazione dovrebbe rafforzarsi nel 2013, grazie a una riduzione dei costi delle materie prime e a un andamento dei costi interni complessivamente moderato: in presenza di una domanda debole e dell`aumento previsto per luglio dell`Iva, nel 2013 l`incremento del deflatore dei consumi delle famiglie é previsto pari al 2%.

Crollo dei consumi 
La spesa privata per consumi dovrebbe registrare quest`anno una contrazione del 3,2%. Nel 2013, la spesa dei consumatori risulterebbe ancora in calo (-0,7%), per «le persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali».

Fonte Il Sole 24 Ore

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