Crisi diffusa, ma non per le attività imprenditoriali cinesi, in particolare quelle della ristorazione che insieme al commercio e ai servizi rappresentano il 70% delle attività complessive in mano alla comunità cinese in Italia.
I dati della Cgia di Mestre dicono che nel quadriennio 2008 - 2011 le imprese cinesi sono cresciute del 26%. Al 31 dicembre del 2011, spiega la Cgia, il numero delle aziende guidate da imprenditori cinesi ha superato le 58.200 unità a cui è corrisposto un aumento della quantità di denaro inviato in Cina del 65%.
La Regione più ricca di imprenditori cinesi è la Lombardia, con 11.922 attività. Seguono la Toscana, con 10.854 imprese, e il Veneto, con 6.939 aziende. In particolare il settore alberghiero e della ristorazione vede 11.183 aziende site in Italia condotte da titolari cinesi.
La Cgia spiega che i cinesi storicamente hanno dimostrato una spiccata propensione imprenditoriale, ma è una comunità poco integrata: la quasi totalità di questi lavoratori non parla la nostra lingua. Inoltre, buona parte delle loro attività eludono obblighi fiscali e contributivi e norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
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