16 Maggio 2012

Diminuiscono i consumi di caffè al bar


caffe.jpgPer colpa della crisi gli italiani sono costretti a rinunciare anche al rito quotidiano del caffè: secondo le statistiche pubblicate in questi giorni dall`International Coffee Organization (Ico), i consumi italiani nel 2011 sono calati dell`1,8% a 5,67 milioni di sacchi da 60 kg.

Il calo delle consumazioni è iniziato nel 2009, infatti, rispetto al 2008 la domanda è calata complessivamente del 3,6%, una contrazione graduale ma significativa perché non è avvenuta soltanto in Italia, ma anche in altri Paesi con difficoltà economiche.

In Spagna ad esempio il calo dei consumi nel 2011 è stato del 2,6%, in Gran Bretagna, dove i prezzi al dettaglio sono saliti del 22%, la contrazione è stata del 6,7 per cento.
Il prezzo della tazzina, che è cresciuto ovunque, ha scoraggiato anche i consumatori di altri Paesi importatori, tra cui il Giappone e la Corea del Sud. Col risultato che, a livello mondiale, la domanda di caffè è cresciuta "solo" dell`1,7% (a 137,9 milioni di sacchi), un ritmo, stando ai dati dell`Ico, inferiore al +2,5% medio degli ultimi dodici anni.


«È comunque significativo che i consumi globali rimangano piuttosto stabili», obietta Mario Cerutti, responsabile delle relazioni con i Paesi produttori della Lavazza. «I mercati emergenti stanno compensando la debolezza di quelli più maturi. E in ogni caso la domanda non è molto elastica neppure da noi. Piuttosto, c`è molta elasticità a livello di canale, ossia nella scelta se bere il caffè al bar o a casa, in capsule o preparato con la moka. E c`è molta mobilità tra una marca e l`altra».

I rincari hanno avuto anche l`effetto di spostare la domanda verso le qualità meno pregiate e più economiche. Persino in Italia, dove l`espresso regna incontrastato, la percentuale di arabica nelle miscele è calata per contenere i costi. «Oggi il fabbisogno italiano è coperto per oltre metà da caffè robusta e la quota è in leggera crescita», spiega Cerutti.

I torrefattori europei, in generale, stanno comprando molto caffè di questa varietà. Ed è questa, a giudizio del dirigente Lavazza, la principale forza a sostegno delle quotazioni al Liffe, oggi ai massimi da tre mesi ( 2.127 $/tonn), dopo un rialzo del 20,4 % da inizio anno. La traiettoria è stata diametralmente opposta a quella dell`arabica, che nel 2012 ha perso il 21,9 % all`Ice e che in aprile era scivolato fino a 172,65 cents/libbra, il livello più basso da ottobre 2010. «È u una correzione salutare – commenta Cerutti – Finalmente la forbice tra le due varietà si sta riducendo. È auspicabile che l`arabica torni a 80-90 cents». Si prevede un`ulteriore discesa dei prezzi favorita dall`ampio raccolto previsto dal Brasile per il 2012-13.

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