Che la sagra poteva diventare un competitor della ristorazione fuori casa era un timore già denunciato dalle associazioni di categoria l’estate scorsa.
Ma con il Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo” la faccenda delle sagre si fa molto più complessa e oggetto di discussione allargata. In particolare sotto il mirino è l’art. 41 che così recita: “L’attività temporanea di somministrazione di alimenti e bevande in occasione di sagre, fiere, manifestazioni religiose, tradizionali e culturali o eventi locali straordinari, è avviata previa segnalazione certificata di inizio attività priva di dichiarazioni asseverate ai sensi dell’articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e non è soggetta al possesso dei requisiti previsti dall’articolo 71 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59.”
In altra parole niente più autorizzazione comunale, ma solo una dichiarazione di inizio attività: a beneficiarne saranno di sicuro fiere, sagre, manifestazioni religiose e culturali o eventi locali straordinari, ma questa semplificazioni solleva molte domande. In primis la sicurezza alimentare.
Tra i primi “No” del Decreto c’è quello di Andrea Cavallina, presidente regionale della Fiepet-Confesercenti Emila Romagna che sottolinea come il decreto di semplificazione “rischia seriamente di produrre una totale deregulation” Tra le nuove regole c’è anche quella di permettere la somministrazione temporanea non solo a chi non ha requisiti professionali, ma neppure (aggiunge Cavallina) quelli “morali permettendo, ad esempio, anche a coloro che hanno riportato condanne per frodi alimentari o hanno commesso reati contro l’igiene pubblica, di svolgere tale attività”.
Il Decreto però non agevolerebbe solo le sagre, ma anche i circoli privati che potrebbero entrare in vera concorrenza con i pubblici esercizi.
Il Decreto abroga l’attuale norma che impone ai circoli privati di essere in possesso della licenza di pubblica di sicurezza per la somministrazione di bevande e alimenti. In questo modo decadono anche le regole di sorvegliabilità degli esercizi. Inoltre i circoli privati (che possono somministrare bevande comunque esclusivamente ai soci) potranno pubblicizzarsi con insegne e cartelli, entrando in maggiore competizione con i locali professionali.
Stefano Bollettinari, Direttore Confesercenti Emilia Romagna fa notare che in questo modo “si viene a creare una disparità assolutamente incomprensibile con la disciplina che regola le imprese del settore della ristorazione, con una ulteriore indubbia penalizzazione delle moltissime imprese che operano stabilmente ed in maniera professionale”.
La richiesta di Confesercenti Emilia Romagna è quella di apportare modifiche su questi punti nevralgici in sede di conversione in legge.
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