Abbiamo avuto il piacere di incontrare nuovamente l`amministratrice della Società, Federica Capannini, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
In base all`esperienza maturata nel settore dei recuperi finanziari, che consigli può dare alle imprese che si trovano ad affrontare l`annoso problema del recupero dei loro crediti? Difficile dare consigli quando si è appena chiuso un annus horribilis per le imprese italiane. Ed è ancora più difficile in questo momento, visto che le previsioni per il prossimo futuro non consentono di adagiarsi sugli allori. Ciò nonostante, a me pare che un buon rimedio contro la crisi – che è quasi sempre crisi di liquidità – può essere quello di evitare di finanziare i propri clienti. Detto così potrà sembrare strano, ma le imprese operano spesso senza aver piena consapevolezza delle operazioni economiche che compiono. E così, senza accorgersene, molte aziende, pur di non perdere il cliente, gli concedono continue e sistematiche dilazioni sui pagamenti, dando vita ad una forma strisciante (e molto pericolosa, tanto per il creditore quanto per il debitore) di finanziamento. Infatti, il denaro, che il creditore non incassa oggi, viene utilizzato dal debitore per soddisfare altre esigenze e, quando la condotta del debitore non sia particolarmente oculata, questo rischia di trascinarlo verso il baratro dell`insolvenza. Così il debitore non sarà più in grado di far fronte ai propri debiti ed il creditore perderà definitivamente la possibilità di ottenere il pagamento dei suoi crediti. Evitare di iscrivere in bilancio crediti con tempi di riscossione superiori ai dodici mesi è, di questi tempi, un piccolo rimedio contro le crisi di liquidità.
Mi sembra un saggio consiglio. Ma le imprese non si comportano di solito in questo modo? Teoricamente si. Queste dovrebbero essere le buone regole gestionali da seguire e la loro osservanza deve costituire il proposito di ogni imprenditore. Ma, si sa, la strada per l`inferno è lastricata di buoni propositi. E, dunque, spesso ci si dimentica delle regole di base. Anche perché le esigenze che emergono nelle diverse articolazioni interne di un`impresa portano a contrasti intestini di difficile soluzione. È abbastanza frequente, ad esempio, che l`area commerciale si trovi in contrasto con quella finanziaria. I "commerciali" temono sempre di perdere il cliente e frenano le iniziative di risanamento finanziario, oppure esercitano pressioni per concedere dilazioni ai clienti in difficoltà. E questo genera più di un problema a coloro che, alla fine dell`esercizio, devono comunque far quadrare i conti dell`impresa.
E, in questa dialettica tra aree aziendali, che ruolo assume la Sirfin? La Sirfin opera come un buon mediatore tra contrapposte posizioni, facendo emergere l`interesse reale delle imprese nostre clienti, conciliando le esigenze apparentemente contrapposte dell`area commerciale con quelle dell`area finanziaria e recuperando le somme dovute senza incrinare il rapporto con il cliente-debitore e garantendo così, ai nostri clienti, flussi di cassa costanti.
Detto così sembra un gioco da ragazzi, ma non deve essere semplice. Come è possibile riuscire in una simile impresa? Potrei enigmaticamente rispondere est modus in rebus! Ma, in realtà, un simile equilibrio di azione è reso possibile dalle indubbie capacità dei nostri collaboratori. Si tratta, infatti, di professionisti in grado di pianificare al meglio gli interventi di recupero e capaci di instaurare una corretta comunicazione con il debitore. E la Sirfin è ben lieta di mettere a disposizione dei propri clienti questa eccellenza professionale per le loro esigenze di recupero crediti.
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