Non tutti i tipi di acqua sono uguali e ognuno di essi può avere una funzione diversa per l’equilibrio dell’organismo: a spiegare il rapporto acqua e salute è la dottoressa Lydia Ferrara, massima specialista nel settore idrologico e ricerca in campo alimentare dell’Università Federico II, durante la lectio di ieri, 28 luglio, presso la Fondazione Giambattista Vico di Satolla.
«Proprietà, caratteristiche e valenze terapeutiche delle acque minerali campane» il titolo dell’incontro in cui l’esperta ha approfondito le differenze e le valenze terapeutiche dei tipi di acqua. Informazioni utili per il consumatore, ma anche per chi somministra bevande nel fuori casa, per valorizzare la propria offerta.
Come spiega Lydia Ferrara: «In estate sono da preferire acque ricche di sali, per recuperare quelli persi a causa della sudorazione; in inverno, invece, è opportuno consumare acque leggere poco mineralizzate, con pH leggermente acido, per favorire lo smaltimento di scorie dovute a una dieta iperproteica e ricca di grassi, tipica del periodo freddo»
La dottoressa continua: «Le caratteristiche chimiche dell’acqua influiscono sulla digeribilità degli alimenti e sul reintegro di sali minerali: ad esempio, acque contenenti calcio in concentrazione maggiore di 150mg/l sono indicate nella seconda infanzia, durante la fase di dentizione ed accrescimento scheletrico, e nella terza età per la prevenzione dell’osteoporosi. Studi clinici hanno dimostrato che il calcio viene assimilato dall’acqua, quindi, anche individui che sono intolleranti o non gradiscono i latticini, con queste acque hanno la possibilità di sopperire a tale carenza. Acque ricche di bicarbonato, bevute durante i pasti, aiutano la digestione perché reagendo con l’acidità dello stomaco liberano anidride carbonica che stimola la circolazione sanguigna della parete gastrica consentendo una più elevata produzione di succhi digestivi».
Tra le altre proprietà ci sono la capacità preventiva delle malattie cardiovascolari dell’acqua iposodica, le proprietà digestive e lassative dell’acqua ricca di solfati. Esistono, poi, tipi di acque dette terapeutiche che grazie ad un residuo più elevato e alla presenza di alcuni ioni in grande concentrazione espletano le loro funzioni benefiche non solo se bevute, ma anche mediante bagni, docce, idromassaggi, fangature. Questi ultimi tipi di acqua vanno consigliati dal medico.
Come spiega sempre Lydia Ferrara: «l’analisi chimica serve essenzialmente a raggruppare le acque minerali in base ai componenti predominanti, ma non può servire a definire completamente un’acqua minerale nella sua fisionomia. La sostanza chimica che caratterizza l’aggruppamento e gli dà il nome può non essere la sostanza più importante dal punto di vista curativo, ma essere solo un costituente chimicamente caratteristico che serve a dare il suo marchio al gruppo delle acque nelle quali è contenuto».
I sali disciolti nell’acqua derivano dal tipo di terreni che l’acqua attraverso nel suo circolo: ioni solfato da giacimenti gessosi, ioni cloro, bromo, iodio sodio, potassio, magnesio da giacimenti di origine marina; ioni bicarbonato da rocce calcaree o dolomitiche.
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