01 Ottobre 2015

Grande successo ad Expo del Padiglione del Vino


In cinque mesi oltre 1,5 milioni di visitatori, 10mila al giorno, il 30% dei quali ha scelto anche di degustare alcune fra le 3.600 etichette delle 2mila aziende presenti complessivamente nella Biblioteca del Vino: sono i dati a fine settembre del Padiglione del vino - A Taste of Italy, il primo nella storia dell’Esposizione universale esclusivamente dedicato al vino.

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«É un bilancio che va oltre i numeri - sottolinea Ettore Riello, presidente di Veronafiere, organizzatore del Padiglione del vino - e parla di un enorme interesse culturale riguardo le nostre produzioni enologiche e dei territori di origine da parte del visitatore italiano e straniero. Un grande risultato di squadra, che premia lapropositività di quanti hanno creduto nel progetto dell’Expo e del Padiglione del Vino».

Sulla stessa scia Giovanni Mantovani, dg di Veronafiere: «Missione compiuta. Abbiamo rispettato tutti gli obiettivi che ci eravamo dati, anche nell’ambito del comitato scientifico, e riteniamo di raggiungere a fine ottobre i 2 milioni di visitatori. Il successo più grande, ritengo però sia proprio nell’aver facilitato e reso assolutamente gradevole ed efficace l’approccio alla cultura della vite e del vino ai numerosi ed eterogenei visitatori di Expo 2015».

La voce degli operatori

L’entusiasmo degli organizzatori è giustificato? «L’operazione di immagine è perfettamente riuscita. - osserva Sandro Boscaini, presidente di Federvini e AD di Masi Agricola - In particolare, trovo, che il piano terra del Padiglione sia, dal punto di vista emozionale, molto centrato: è la scoperta culturale del vino e del territorio italiano. Rispetto alle attese, abbiamo avuto più visitatori italiani che stranieri ma il bilancio è più che positivo». Masi è presente in tre sezioni del Padiglione del vino: nella teca istituzionale del ministero delle Politiche agricole, come Istituto Grandi marchi e nella Famiglie dell’Amarone. Per Boscaini «ha poco senso parlare di ricadute commerciali immediate: quello della conoscenza è stata una fase propedeutica. Oggi abbiamo un successo d’immagine, domani arriveranno le ricadute commerciali». E poi l’imprenditore veronese conclude osservando che «la tecnologia disponibile nel Padiglione per la selezione del vino è un po’ troppo futuribile e non fruibile da tutti».

Giuseppe Liberatore, dg del Consorzio Chianti Classico, sottolinea che «fin dall’inizio eravamo convinti che Expo sarebbe stata una grande festa d’immagine: i fatti ci hanno dato ragione. La manifestazione è un grande successo e, per questo, abbiamo deciso di esserci. Le ricadute commerciali vanno invece ricercate nelle fiere mirate».

Anche Maria Sabrina Tedeschi, direttore marketing della cantina Tedeschi (Amarone), si sofferma «sull’indiscutibile successo del Padiglione del vino a Expo. Vedere le code dei visitatori mi ha fatto un certo effetto. E poi incontrarne una settantina a una degustazione del sabato sera mi ha molto colpita. Sono felice che i winelovers portino un pezzo della nostra storia in giro per il mondo».

Tornando ai dati ufficiali del Padiglione del vino, sono stati più di 460 gli eventi e i convegni nel cui ambito si sono svolte comparazioni e assaggi di vini promossi da vari partner. Numerose anche le delegazioni in visita, dai rappresentanti della Ue ai governatori delle regioni vinicole.

Fonte Il Sole 24 Ore

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