18 Settembre 2014

Si chiama Marton ed è veneto, il super-gin da intenditori


Pronuncia il cognome con l’accento sulla "a" (Màrton) come si usa in tutta quell’Italia che non ha l’accento veneto (Martòn). L’orizzonte, del resto, va anche oltre i confini nazionali. Roby Marton, alle spalle una lunga esperienza nella produzione di liquori e nella distribuzione, ha iniziato un anno e mezzo fa a distillare il suo gin.

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«Ho capito dove stava andando la movida, in Spagna, e ho capito che la richiesta fra i giovani sarebbe cresciuta anche qui: un prodotto buono, servito in modo elegante». Cioè in copa, e guardacaso la dizione in spagnolo e in veneto coincidono.

Gin-Marton.jpgDistillato a Bassano secondo le vecchie regole inglesi

La sede è a Treviso, la produzione affidata a una antica distilleria di Bassano, storica capitale della grappa: il gin veneto segue il metodo di produzione “da vasca da bagno” (oggi sostituita da fusti di acciaio), quello di inizio Novecento in Inghilterra dove veniva messa a macerare una miscela di erbe, spezie, piante e radici: i botanicals. Marton racconta di cereali e spezie, ma c’è una fase che tiene riservata: è l’arma segreta, messa a punto dopo anni di studio del prodotto e di ricerca. «Molti gin sono industriali, sempre uguali. Nel mio può capitare che una partita di zenzero sia più pungente, che il colore cambi. La fase della distillazione la seguo io personalmente».

La tiratura adesso è di 12mila bottiglie all’anno, ma il nuovo alambicco che permetterà di triplicare la produzione è già pronto. Il gin Marton non si trova dappertutto: «Non mi interessa inserirmi in tutti i canali, ma privilegiare la qualità: mi piacciono i locali nei quali si lavora con amore, voglio sapere dove viene venduto». Nei locali più conosciuti di Venezia e Milano, ad esempio, ma anche al salumificio Armini di Alba. Anche nelle fiere la ricerca è della specificità: «Non credo agli eventi di massa, ma solo a quelli rivolti agli specialisti del bere bene dove si incontrano dei veri e propri alchimisti moderni». Prossima tappa, la Bar Convent di Berlino, il 7 e 8 ottobre. Il 15 settembre, al gin day di Milano, dall’11 ottobre Milano golosa, altre degustazioni sono in programma a Bruxelles e a Londra, dove di gin se ne intendono: «Ed è proprio qui che mi diverto di più», scherza Marton.

A fine anno un nuovo gin con spezia segreta

Intanto l’export ha già superato il 30%: Germania, Croazia, Spagna, Slovenia. E per fine anno è annunciata la novità: il gin più costoso in assoluto (€60 ogni mezzo litro), nome coperto da segreto perché ancora in fase di registrazione, e l’aggiunta di una spezia tropicale e rara altrettanto top secret.

Fonte Il Sole 24 Ore

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