L`annuncio della Cina di voler imporre dei dazi sul vino europeo rischia di bloccare un trend che negli ultimi tre anni ha visto quadruplicare le vendite di bottiglie "made in Italy" sul mercato del paese asiatico.
È l`allarme lanciato dalla Coldiretti dopo la decisione del Governo di Pechino di avviare una indagine anti dumping nei confronti del vino importato dall`Unione europea, in reazione alla scelta comunitaria di mettere dazi ai pannelli solari cinesi. Dal 2008 a oggi, secondo un`analisi Coldiretti su dati Istat, le esportazioni nazionali in valore nel paese asiatico sono passate da 19 milioni di euro a 77 milioni, e anche i primi due mesi dell`anno hanno confermato il trend, con un aumento record del 42%.
Nella tigre asiatica - precisa Coldiretti - si è registrato il più elevato tasso di aumento del pianeta nei consumi che hanno raggiunto i 18 milioni di ettolitri, con il gigante asiatico che si classifica al quinto posto tra i maggiori paesi bevitori. Il boom del vino è il frutto dell`aumento delle importazioni dell`8% per un valore di 3,4 milioni di ettolitri nel 2012, ma soprattutto della produzione interna che la Cina ora intende tutelare con l`avvio di una indagine antidumping nei confronti del vino di provenienza europea che rappresenta il 58,7% del totale delle importazioni nei primi due mesi del 2013.
Si tratta in ogni caso - afferma Coldiretti - di un duro colpo per la produzione vitivinicola europea che è costretta a fare i conti con consumi che sono cresciuti leggermente solo in Francia, sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni di litri in un anno. Gli italiani - rileva Coldiretti - dicono addio a un bicchiere di vino su quattro con il crollo record del 22% in dieci anni dei consumi nazionali che sono scesi a minimo storico dall`Unità d`Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia che detiene il primato mondiale. E la situazione - continua la Coldiretti - peggiorerà dal primo luglio, quando, se non interverranno modifiche, l`Imposta di valore aggiunto passerà dal 21 al 22% su alcuni prodotti tra cui, appunto, il "nettare di bacco". A salvare il bilancio del settore - conclude la Coldiretti - sono le esportazioni, con l`Italia che detiene il primato a livello mondiale e ha fatto segnare un aumento del 15% nel primo bimestre del 2013 dopo aver fatto registrare il record di 4,7 miliardi nel 2012.
Fonte AGI
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