In principio vennero i dolci, nati dalla sapiente arte di Corrado Assenza. L’anno successivo il pasticciere siciliano passò il testimone a Moreno Cedroni, che incantò tutti col suo sorprendente menù.
Anche quest’anno, la Distilleria Bonaventura Maschio era presente a Identità Golose, l’importante congresso internazionale di cucina tenutosi a Milano dal 10 al 12 febbraio 2013, con un obiettivo ben chiaro: spiegare e dimostrare che il distillato, nello specifico l`acquavite d`uva "Prime Uve", è in grado di varcare i tradizionali confini dell`utilizzo a fine pasto.
Questa volta, l`accostamento perfetto, tra sentori e consistenze, è stato quella con la pizza. Non una pizza qualsiasi: quella di Simone Padoan, pizzaiolo veneto ideatore e promotore di un nuovo stile. Quello che accosta la magia di una lievitazione naturale, alla farcitura con materie prime di eccellenza.
Anna e Andrea Maschio, che condividono l’impegno nella loro azienda, quinta generazione di una storica famiglia di distillatori, spiegano così la loro scelta: «Simone Padoan rappresenta per tutti noi l`esempio luminoso di chi ha saputo trovare una propria e precisa identità, nel rispetto dell’etica, della materia prima e di una sana scelta di vita. Una filosofia a cui ci sentiamo di appartenere fino in fondo».
Distilleria Bonaventura Maschio, un`appassionante avventura che ha inizio a fine Ottocento a Cismon del Grappa, un nome un destino. In questo piccolo paese, incastonato fra le rive del Brenta e le cime del Monte Grappa, la famiglia Maschio coltiva la terra e distilla la grappa con il carro degli alambicchi. Quella del distillatore è, infatti, un’attività itinerante: si passa di casa in casa per distillare le vinacce. Sono tempi di grande povertà e, come molti altri veneti, i Maschio emigrano in Romania e poi in Ungheria per lavorare nei cantieri della ferrovia che avrebbe collegato l’Europa centrale alla Transiberiana. Insieme ai bauli portano con sé il carro con gli alambicchi, un simbolo di appartenenza, il cuore di una ininterrotta tradizione familiare. Trascorrono freddi inverni e piovose estati, poi quel carro e i nostri progenitori tornano in Italia. A due passi dal greto del Piave Antonio Maschio nelle notti di luna piena accende i ceppi di rovere sotto l’alambicco di rame. Ma è suo nipote Bonaventura a dare, nel primo Novecento, un’impronta imprenditoriale all’arte della distillazione. A Gaiarine, che è un puntino sulla carta geografica del Veneto, ne parlano tutti dei suoi nuovi alambicchi e dei suoi metodi di distillazione. E siccome il dna non è acqua, e nemmeno la tradizione, l’azienda cresce negli anni Ottanta sotto la guida di Italo inventore delle famose "Prime Uve" e prosegue oggi il suo viaggio internazionale con il sorriso e la serietà di Anna e Andrea.
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