L`Asolo DOCG è il fiore all`occhiello della casa vinicola di Venegazzù, il cui simbolo è l`animale notturno. Il vino abbinato ai piatti de El Coq Lorenzo Cogo.
Appena 1,5 milioni di bottiglie e solo 13 produttori: è il Prosecco superiore di Asolo DOCG. Praticamente una rarità, se rapportato ai 200.000.000 di bottiglie di Prosecco DOC o ai 66 milioni del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, sempre DOCG. “Non è solo una questione di numeri – spiega Armando Serena, fondatore e presidente di Montelvini e da gennaio scorso anche presidente del Consorzio tutela vini Montello e Colli Asolani – è il territorio a fare la differenza: c`è il Piave di mezzo”. Sui dolci colli che si estendono tra Asolo, Crocetta e Volpago del Montello il terreno infatti è calcareo con la frequente presenza di fenomeni carsici che creano condizioni ideali per la coltivazione della vite e in particolare delle uve Glera.
Ma non solo, ad essere più restrittivo è anche il disciplinare di produzione: impone una resa massima di uve di 120 quintali per ettaro con una densità minima di impianto di 2800 ceppi/ettaro, mentre l`estratto secco nel vino deve essere di almeno 16 grammi/litro. Significa maggiore struttura e più ricchezza aromatica. Le differenze si notano al naso, dove sorprende per intensità e complessità del bouquet: accanto alle note fruttate di pera e me la, tipiche del vitigno Glera, esplodono le sensazioni floreali. In bocca poi è percepibile il carattere, con una freschezza e sapidità giustamente equilibrate dalla morbidezza del vino.
“Montelvini – aggiunge Alberto Serena, vicepresidente dell`azienda – è oggi il principale produttore di Prosecco Superiore di Asolo DOCG. Certamente è una produzione di nicchia, un vino meno noto e quindi probabilmente più difficile da proporre sui mercati. Ma per noi rappresenta quasi un dovere: il Prosecco di Asolo è un`eccellenza e noi ci impegniamo attivamente perché sia riconosciuta e valorizzata”.
Il Prosecco Superiore di Asolo DOCG è stato il protagonista principale dell`evento La Civetta incontra El Coq, durante il quale Lorenzo Cogo, astro nascente della cucina italiana, ha preparato un menu in abbinamento ai vini del Montello firmati Montelvini. Vini coltivati nelle zuitere, ovvero nella “te rra delle civette”, animale che ancora oggi si può vedere nei paraggi della cantina e che compare nel simbolo dell`azienda.
“Abbiamo voluto accostare i nostri vini ai piatti di un giovane e talentuoso cuoco – spiega Sarah Serena, direttore amministrativo e responsabile marketing – perché sia la Civetta (Montelvini) che El Coq (Lorenzo Cogo) sono mossi dallo stesso entusiasmo e pronti a prendere il volo. La nostra azienda infatti dopo un percorso di riorganizzazione durato alcuni anni, si presenta oggi con un management giovane, prodotti accattivanti e tanta voglia di emergere, sia in Italia che nel mondo”.
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