29 Agosto 2011

Il mercato continua a premiare i vini della Valpolicella


Marano_Valpolicella_vigneti.jpgIl mercato continua a premiare i vini della Valpolicella e le giacenza sono in linea con i dati di imbottigliamento dei primi sette mesi dell’anno. È questo il risultato dell’analisi fatta durante l’ultimo Consiglio di Amministrazione del Consorzio Valpolicella, riunitosi in prossimità della vendemmia per fare il punto sul mercato e sull’imminente nuova produzione.

“L’equilibrio fra vendite, giacenze e prezzo è essenziale per mantenere il successo dei nostri vini sui vari mercati – afferma Emilio Pedron, presidente del Consorzio -, ma è altrettanto fondamentale l’equilibrio fra le quantità di uva da avviare alla produzione di Amarone e alla produzione di Valpolicella”. Non va dimenticato, infatti, che penalizzare il Valpolicella e destinare maggiori quantità di uve all’Amarone è una scelta che può premiare il produttore oggi, ma rappresenta un rischio e può avere effetti negativi in un prossimo futuro. Non va sottovalutata, inoltre, la particolare difficile situazione economica nazionale e mondiale, che influenzerà i consumi e soprattutto sarà poco disponibile ad accettare aumenti di prezzo.

Riguardo alla produzione 2011, le valutazioni di campo hanno evidenziato un anticipo di maturazione di qualche giorno, mentre i quantitativi sono stimati senza picchi. Ottima la qualità delle uve, che si presentano prive di problemi sanitari, una condizione, quest’ultima, particolarmente favorevole per l’appassimento delle uve da Amarone e Recioto.

Positive le aspettative dei produttori di uve, che negli ultimi anni sono riusciti, a differenza della maggior parte dei vignaioli italiani, a spuntare alti prezzi di vendita e una redditività di 15-18.000 euro/ha, che rappresenta la redditività per ettaro più alta d’Italia.

Il sistema Valpolicella sta dimostrando quindi di essere vincente, grazie alla crescita armoniosa realizzata da tutta la filiera nell’ultimo decennio sia dal punto di vista qualitativo, che di immagine dei vini, che di tutela del territorio di produzione promossi dal Consorzio. “Un equilibrio che va salvaguardato e se possibile ulteriormente migliorato – dice Pedron -, nella consapevolezza che la denominazione Valpolicella e il suo territorio sono un patrimonio collettivo che ciascuno deve rispettare nell’ambito del proprio ruolo”.

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