Attualità
15 Aprile 2024Bandite le indicazioni fuorvianti sulle confezioni se non in grado di provarne la fondatezza
L’Unione Europea ha adottato una nuova direttiva che vieta le numerose dichiarazioni ambientali generiche e fuorvianti riportate sui prodotti: termini come "rispettoso dell'ambiente", “rispettoso degli animali”, “verde”, "naturale", "biodegradabile", "a impatto climatico zero" o "eco" quindi non potranno più essere presenti sulle confezioni qualora non si riesca a dimostrarne la fondatezza con prove concrete e verificabili da un esperto terzo. Il testo di legge è molto netto e specifica che le richieste di eccezione saranno valutate caso per caso.
Il giro di vite riguarda anche tutte le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull'ambiente neutro, ridotto o positivo attraverso il sistema di compensazione delle emissioni, come i “crediti di carbonio” coi quali le aziende puntano a controbilanciare il proprio impatto negativo. Pertanto non sarà più considerato sostenibile l'approccio di chi, ad esempio, produce gas serra da un lato e pianta alberi dall'altro.
La stretta sul fronte delle asserzioni green non finisce qui e si estende all’aspetto della durabilità del prodotto. Si punta infatti a rendere più visibili le informazioni sulla garanzia, prevedendo un nuovo marchio armonizzato che metta in risalto i periodi oggettivamente più estesi. Inoltre si mette un freno all’obsolescenza prematura dei beni e alle indicazioni infondate relative alla durata degli stessi. Due casi emblematici su questi temi sono l’invito a sostituire le cartucce delle stampanti prima del tempo e l’indicazione del numero di lavaggi che farà la lavatrice prima di esaurire la sua vita utile.
Guardando al futuro, infine, il Parlamento europeo sta discutendo una seconda direttiva che integrerebbe quella già adottata, dove si danno specifiche sul sistema di verifica e di pre-approvazione delle dichiarazioni ambientali. Secondo la relazione, le microimprese non sarebbero coperte dalle nuove norme e le piccole e medie imprese beneficerebbero di un anno in più per conformarsi rispetto alle grandi imprese.
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